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Elezioni Argentina, spunta l’outsider a sinistra: ecco chi è Juan Grabois

Il Paese sudamericano voterà per le presidenziali il prossimo 22 ottobre, ma il 13 agosto ci sono le primarie per definire i candidati: nel centrosinistra la leadership del ministro dell’Economia Sergio Massa è minacciata dal giovane esponente del peronismo radicale. E anche a destra volano nei sondaggi i candidati più estremi.

Elezioni Argentina, spunta l’outsider a sinistra: ecco chi è Juan Grabois

Colpo di scena in Argentina in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 22 ottobre, e soprattutto delle primarie del 13 agosto, che determineranno i candidati ufficiali. La novità è che dopo l’ascesa dell’estremista di destra Javier Milei, ora anche la sinistra ha il suo outsider radicale: si chiama Juan Grabois, ha 40 anni, ed è il profilo preferito dal peronismo “duro e puro”, quello che si contrappone alla scelta della leader del partito Cristina Kirchner, che ha puntato tutte le fiches sull’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa, considerato però troppo centrista dalla base. Grabois, in apparenza, ha il classico profilo da radical chic, essendo nato in una famiglia benestante di Buenos Aires. Però sin da subito si interessa alla causa degli ultimi, sostenendo i movimenti dei lavoratori e organizzando una rete di economia popolare per distribuire alimenti ai bisognosi.  

Partito a fari spenti, quando la candidatura di Massa sembrava aver messo d’accordo tutti, Grabois sta invece risalendo nei sondaggi per le primarie del 13 agosto, al punto da mettere addirittura a rischio quello che sembrava un esito scontato, ossia che il ministro dell’Economia, che proprio in queste settimane sta facendo di tutto per arginare l’ennesima crisi finanziaria e per rinegoziare il debito con il Fmi, si presenti senza ostacoli all’appuntamento del 22 ottobre come candidato del centrosinistra. Il rappresentante dell’ala estremista del peronismo è infatti salito al 10%, superando persino uno dei candidati del centrodestra, il governatore di Buenos Aires Horacio Larreta, fermo al 7,5%. Mentre Massa viaggia su un modesto 18%, se confrontato al 25,7% della leader dei liberali Patricia Bullrich, e anche al 22% del sovranista Javier Milei, il quale tuttavia si sta un po’ sgonfiando: qualche settimana fa era addirittura dato in vantaggio.

La ricetta di Grabois è molto diversa da quella di Massa, si ispira agli ideali originari del peronismo, e di fatto sta spaccando in due la base del partito: se da un lato il ministro dell’Economia è quasi considerato un peronista di destra, fautore dell’austerity e della lotta contro la criminalità, il giovane della Buenos Aires bene ha come primo obiettivo la giustizia sociale. Per lui il pagamento del debito con il Fondo Monetario Internazionale non dovrebbe essere una priorità al punto da sacrificare le politiche sociali, e a dimostrazione che a volte gli opposti si attraggono è d’accordo con Milei sull’abbandono del peso come moneta, anche se a differenza del rivale non vuole “dollarizzare” l’economia argentina bensì rilanciare l’idea – già ampiamente bocciata dal mercato – di adottare una moneta di scambio comune col Brasile, che è il primo partner commerciale del Paese.

Grabois sta diventando una mina vagante e il suo consenso infastidisce non poco i vertici del partito, a incominciare proprio dall’ex presidenta Cristina Kirchner, che per la verità avrebbe lei stessa preferito un candidato più a sinistra, come magari il fido Wado de Pedro o Axel Kicillof, salvo poi ripiegare su Massa per una valutazione prettamente elettorale, visto che l’asse di queste elezioni argentine si è parecchio sposato verso destra. La situazione che si è creata dimostra infatti che la crisi economica quasi senza precedenti, con l’inflazione che a fine anno potrebbe raggiungere il 120%, porterà probabilmente gli argentini a fare scelte estreme. A destra, se anche non dovesse farcela il trumpiano Milei, quello della favorita Bullrich è comunque un profilo più a destra del suo padre politico Mauricio Macri, e anche l’ascesa di Grabois a sinistra dimostra che pure in quella area politica la candidatura di un moderato come Massa non è digerita da buona parte della base.

Grabois rappresenta la generazione della famosa crisi del 2001, quella del corralito, ed è proprio su quel fattore emotivo e generazionale che si sta giocando molte carte: “Ci hanno detto che siamo la generazione distrutta, ma in realtà siamo l’unica generazione che ancora può dare un senso a questo secolo”, ha detto di recente, rivendicando di essere l’unico vero erede degli insegnamenti di Juan Domingo Peron.

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