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Elezioni amministrative: la destra è a pezzi, quali effetti su Monti?

La prima domanda è che effetto avrà nel Pdl la dura sconfitta nel voto per le amministrative. La seconda, strettamente collegata, è come peserà la situazione interna al partito di Berlusconi sul futuro immediato del governo Monti. Si comprende che la prima preoccupazione di Berlusconi e di Alfano sia quella di contenere il più possibile la portata dello tsumani di domenica e lunedì scorsi. E così, se il segretario dice che siamo dinanzi ad “una sconfitta, ma non ad una catastrofe”, dai territori di Putin il padre nobile arriva addirittura a dire che poteva andare peggio. Difficile pensare come, visto che, come ha detto Giuliano Ferrara, il Pdl è ormai a rischio sopravvivenza. Ma forse il Cavaliere, preso dai festeggiamenti russi, si sarà soffermato con particolare attenzione sul risultato di Catanzaro, dove il sindaco uscente di centro-destra si presenta al ballottaggio in netto vantaggio. Ma, Catanzaro a parte, quella di ieri per il Pdl è stata una sconfitta senza se e senza ma.

Una sconfitta che provocherà un dibattito interno molto agitato e probabilmente divisioni molto marcate, che sono già palpabili. Da una parte gli ex An, ma non solo loro, che considerano che il risultato di ieri è figlio degli incontri collegiali tra Alfano, Bersani, e Casini che avrebbero dato all’elettorato la sensazione di una sorta di intelligenza con il nemico. Motivo per cui costoro pensano che il problema del sostegno al governo Monti sia ormai nell’agenda dei problemi da affrontare subito. Alfano dal canto suo ribadisce il sostegno a Monti, ma lo condiziona ad una maggiore attenzione da parte del premier per le richieste del suo partito. Lo stesso Alfano, poi, pensa che non sia più il caso di proseguire la strada dei summit con Bersani e Casini. Tesi questa che dovrebbe avere anche il sostegno di Berlusconi.

Colpisce che per ora nessuno dei dirigenti del Pdl si sia chiesto se nel voto amministrativo non si possa cogliere anche una delusione per i risultati del governo Berlusconi, e,magari, per la scarsa democrazia interna (di congressi si è spesso parlato, ma se ne sono visti pochi) che ha sinora caratterizzato la vita della maggiore formazione politica della destra italiana.

Resta tuttavia da chiedersi se un partito ormai in chiara difficoltà, secondo quanto dicono i suoi stessi esponenti, sia in grado di mettere in crisi il Governo, provocando elezioni anticipate, che potrebbero concludersi per quel che resta del Pdl in modo drammatico. Del resto appare molto probabile che molti parlamentari del partito di Berlusconi (il documento Pisanu insegna) potrebbero non seguire la maggioranza del partito in quello che al momento sembra un vero e proprio suicidio politico.

Di una cosa però Alfano e Berlusconi possono essere soddisfatti: il voto di ieri ha evidenziato anche che il terzo polo non sfonda e rischia di non tenere. Non sfonda perché i risultati dei suoi candidati sindaci non sono stati brillanti, rischia di non tenere perché in importanti realtà Fli e Udc si sono presentati in ordine sparso. E non è un caso che tra i finani non manchi chi chieda una verifica dell’alleanza.

Quanto alla Lega, già all’opposizione, sembra difficile un ritorno all’alleanza con Berlusconi. Bossi, che è stato e in parte è restato il punto di riferimento del Cavaliere, esce duramente sconfitto. Visto che la Lega perde e duramente in tutti i comuni del Nord. Con l’eccezione di Verona, dove a stravincere però è stato Flavio Tosi, sindaco uscente maroniano che Bossi voleva cacciare. La Lega non può che ripartire da lì: senza Berlusconi e, probabilmente, anche senza Bossi.

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Categories: Politica