Ormai è certo: in Senato non esiste alcuna maggioranza possibile. I dati reali diffusi dal Viminale intorno alle 22 e 30 (58.110 sezioni scrutinate su 60.431) non lasciano margine di speranza ad alcuna coalizione: il centrosinistra è al 31,70%, il centrodestra al 30,65%, il Movimento 5 Stelle al 23,77% e i montiani al 9,15%. A livello di partiti, il Partito democratico ha ottenuto il 27,49% e il Pdl il 22,24%.
Il vantaggio del centrosinistra è però solo illusorio, perché il meccanismo della legge elettorale (il tanto vituperato ma mai modificato “Porcellum”) prevede una particolare distribuzione dei seggi su base regionale per il Senato, con premi di maggioranza regione per regione.
Secondo i calcoli diffusi da Sky, le percentuali corrispondono a 119 seggi per il centrosinistra, 110 per il centrodestra, 56 per M5S e 19 per la coalizione guidata da Mario Monti. Rivoluzione civile e Fare per fermare il declino non ottengono alcun seggio.
La quota per ottenere la maggioranza assoluta è a 158 seggi: è quindi evidente che, anche ipotizzando un’alleanza tra lo schieramento capitanato dal Pd e quello che fa capo al Premier uscente, non si ottiene un risultato che consenta di governare a Palazzo Madama.