Lia Quartapelle, capogruppo Pd per la Commissione Esteri ed Affari Comunitari della Camera dei Deputati nella legislatura uscente, è nel Partito Democratico dal 2007. Nata a Varese, è un’economista esperta di politiche internazionali. E’ tuttora ricercatrice presso l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano (ISPI) ed è candidata, per il Pd, alla Camera dei Deputati nel collegio di Milano 2.
L’Italia ha un serio problema demografico. Fare figli sembra a molte giovani coppie più un privilegio da conquistare che un diritto di cui godere. E a farne le spese sono soprattutto le donne, costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Due dimensioni che dovrebbero essere complementari per la loro realizzazione e affermazione personale, e che invece si rivelano spesso alternative.
Il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Italia è fermo al 48% contro il 66% degli uomini. E non è soltanto un problema di quantità di donne che lavorano, ma anche della qualità del loro lavoro come dimostra l’inaccettabile realtà per cui, a parità di titoli di studio e di posizione, il salario delle donne è in media più basso di quello del collega uomo.
Servono interventi, anche normativi, per combattere le disuguaglianze di genere. Nell’ultima legislatura abbiamo condotto importanti battaglie. Ci siamo impegnati nel contrasto al fenomeno delle dimissioni in bianco, impedendo gli abusi da parte dei datori di lavoro. Abbiamo approvato misure per il sostegno alla genitorialità, attraverso l’ampliamento del congedo di paternità obbligatorio e aiuti alle famiglie per pagare baby sitter e asilo nido. Tra i vari interventi, va ricordata anche l’opzione donna secondo cui si riconosce il doppio ruolo di lavoratrici dentro e fuori casa ai fini dei calcoli pensionistici.
Sono alcune importanti vittorie nel quadro della dolce, lenta e radicale rivoluzione che le donne continuano a portare avanti a vantaggio di tutta la società. Quello che non sempre si dice abbastanza, infatti, è che valorizzare le donne conviene a tutti. Ed è una responsabilità di tutti.
Per il mio lavoro parlamentare, sono dunque degli obiettivi prioritari che intendo portare avanti con un pacchetto che includa anzitutto misure per la parità salariale all’ingresso, sul modello islandese. Mi batterò, inoltre, per la diffusione del lavoro agile e per il prolungamento a due mesi del periodo di congedo di paternità obbligatorio, come diritto individuale non cedibile alla madre e retribuito. Intendo, così, rendere comparabile il costo-opportunità di assumere una giovane donna e un giovane uomo in età fertile, nonché stimolare la condivisione delle responsabilità famigliari di entrambi i genitori.
La rivoluzione che aspettano le italiane e gli italiani è infatti anche una rivoluzione culturale, da accompagnare con misure educative alla parità e all’affettività nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, nonché con programmi di formazione e di sostegno agli insegnanti della scuola primaria.
A partire da Milano, la città che spesso anticipa e traina lo sviluppo dell’Italia, abbatteremo così le disuguaglianze e gli stereotipi di genere, per rafforzare la crescita economica e migliorare rapidamente il tasso demografico.