Antonella Dragotto, già capoufficio stampa di Banca d’Italia, è candidata al Senato con +Europa nei collegi plurinominali Campania 1 (Capolista), Campania 2, Campania 3 e Marche 1.
La prima iniziativa legislativa di cui intendo farmi promotrice, se eletta al nuovo Parlamento, riguarda la scuola e in particolare l’inquadramento e gli sviluppi di carriera degli insegnanti. Gli insegnanti sono professionisti a cui è affidata l’educazione e la formazione delle nuove generazioni, ma a cui è riservata in Italia una retribuzione non appropriata all’importanza della funzione.
Questo è anche documentato dall’ultimo rapporto Ocse, secondo cui lo stipendio degli insegnanti italiani, sia delle scuole primarie che di quelle secondarie di primo e secondo grado, è sensibilmente inferiore alla media europea.
A titolo esemplificativo, un docente di scuola secondaria di primo grado (la cosiddetta “scuola media”) ha un salario lordo annuo di 25mila euro all’inizio carriera, 31mila euro dopo 15 anni di servizio e 38mila euro al massimo. La media europea è rispettivamente di 26mila, 36mila e 45mila euro. Inoltre, un insegnante in Italia raggiunge la retribuzione massima dopo 35 anni di attività, mentre nella media europea questa è raggiunta dopo 24 anni. Germania, Spagna, Austria e Belgio sono i Paesi in cui gli insegnanti guadagnano di più.
A causa della crisi economica, la retribuzione salariale degli insegnanti italiani è stata congelata per circa un decennio. Di recente è stato sottoscritto un nuovo contratto che prevede un incremento lordo compreso tra 80 e 100 euro lordi mensili. Un aumento ancora ampiamente insufficiente.
La remunerazione è uno dei fattori più importanti per attrarre e sviluppare professionalità qualificate. Migliorare i livelli retributivi è un passo fondamentale per ridare agli insegnanti ruolo e riconoscimento sociali.