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Elettrodomestici, vendite giù e calo a doppia cifra per l’export italiano. La guerra batte il green? Ecco il “manifesto” europeo di Applia

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Prima le fughe in avanti della Commissione europea che da anni, anche in contrasto con il Parlamento e il Consiglio europei, emette direttive sulla decarbonizzazione inapplicabili e affossatrici della manifattura europea, con normative che favoriscono competitor extra europei in odore di dumping. E poi, da pochi giorni, la virata della presidente, Ursula von der Leyen, che, a seguito delle proteste di governi, opinioni pubbliche, associazioni  imprenditoriali e sindacali, improvvisamente, in vista delle elezioni europee, mette da parte ogni programma, ogni finanziamento e le buone intenzioni della Commissione sull’ecosostenibilità. Ma più di tutto pare che preoccupi, insieme all’inflazione e alle tensioni geopolitiche, l’allarme incontrollato per l’arrivo in massa dalla Cina, come ha denunciato e ripetuto di recente Hakan Bulgurlu, presidente di Applia Europe e di Beko Europe (75 per cento di Whirlpool Emea), di prodotti anche no name o con marchio del retail, a bassissimo costo. Vengono spesso importati apparecchi inquinanti, non in linea con le normative europee e favoriti da forti dumping socio-economici.

La guerra batte l’ecosostenibilità

Tutto scompare da ogni futuro programma europeo a vantaggio dei pesantissimi impegni per la guerra contro la Russia e per i conflitti in tutto il Medioriente, ma, quel che è peggio, rimangono le direttive sotto accusa. In più, dopo due anni di crescita dei consumi, il 2023 e ancor più i primi mesi del 2024, registrano forti cali delle vendite in particolare delle tecnologie della casa e dell’ufficio. Così le associazioni imprenditoriali aderenti a Applia Europe (tecnologie domestiche, per l’ufficio e per l’hospitality, fatturato oltre i 81 miliardi di euro, circa 1 milione di addetti diretti e indiretti, record mondiale per ecosostenibilità), hanno deciso di avviare una road map per fornire raccomandazioni attuabili alla Commissione europea, al Parlamento europeo e ai 27 governi nazionali durante la legislatura 2024-2029. Una road map che Paolo Falcioni, direttore generale di Applia Europe, ha presentato nella sede di Applia Italia, insieme a Paolo Lioy, Presidente di Applia Italia e Roberto Fogliata, direttore vendite di Gfk Italia.

Applia Europe, meno multinazionali

Come mai Applia Europe ci chiedevamo in apertura, ha scelto di scendere in campo con iniziative molto incisive, molto forti? Prima non poteva farlo perché – ci hanno da tempo confidato esperti in lobbysmo comunitario – a comandare erano ovviamente due multinazionali, Whirlpool e Electrolux che non hanno mai gradito un rafforzamento delle medie e piccole aziende europee, bloccando programmi e interventi che andassero in questa direzione. La legge del mercato – il più forte vuole sempre crescere – non funziona più. Whirlpool è ora una azienda regionale che conserva solo un 25 per cento di  presenza e “potere” in Europa. Electrolux, che aveva la parte forse più importante delle sue vendite e delle sue attività in Nord America, ora ha notevolmente ridotto fabbriche, dipendenti e quote di mercato, dopo che le è stato impedito di acquisire Ge, lasciata alla Haier. Electrolux inoltre si starebbe preparando per trattare, dopo avere ristrutturato e razionalizzato fabbriche e organizzazione, una assai probabile cessione o joint con Midea. Oggi, con la definitiva chiusura della vendita del 75 per cento di Whirlpool Emea a Beko Europe (la vera unica multinazionale europea), Hakan Bulgurlu (un presidente assai volitivo) è certamente più libero come presidente di Applia Europe e non solo, di avviare roadmap, eventi, iniziative di forte impatto, per difendere il made in Europe con il carico molto pesante di addetti, capacità produttive e mercati. Pochi hanno capito che da queste iniziative di Applia Europe dipendono le sorti dei siti produttivi ancora rimasti in Europa. E il 5 maggio l’associazione incontra anche altre associazioni mondiali, la Aham Home americana, quella giapponese e quella cinese. Sarà un bel match…

Giù produzione, export e vendite

In sintesi innanzitutto i numeri davvero pesanti di una caduta della produzione italiana che sta segnando tutta Europa. “Per i grandi elettrodomestici – ha riferito Paolo Lioy – l’anno 2023 ha registrato un dato negativo a volume sell-out (-1,8%) ma con un + 4,1% a valore seppur inferiore al tasso di inflazione, e una produzione in calo del 16,4% – che fa seguito al -18% dell’anno precedente – conseguenza diretta del calo di tutti i mercati europei. I dati sell-in Applia Italia riportano una diminuzione delle vendite nazionali (-4,6%) e un calo a doppia cifra per l’export (-23,3%)”. Migliorano nei primi mesi del 2024 gli acquisti delle lavatrici, di quelle di gamma media e medio alta dopo un 2023 molto difficile, i forni con funzione vapore e autopulizia e le cappe per le quali, al dato in calo ad unità (-2,3% il sell-out), si contrappone una crescita a valore (+8,4%) spinta dai piani aspiranti. In difficoltà invece il freddo e le asciugatrici.

Il 2024 comincia male

Nei primi mesi del 2024 questi i dati ancor più negativi: -7,5% il sell-in Italia, -16,9% le vendite estere. Quanto agli acquisti delle famiglie italiane, i grandi elettrodomestici hanno registrato, secondo i dati Gfk, una crescita in valore del 4,1per centro e un calo del 1,8 in volume, con la cottura e il lavaggio che registrano una crescita ottima in valore del 5,4 e del 5,3 per cento; mentre l’incasso, il freddo e il superfreddo mettono a segno un calo soprattutto in volumi. “Il piccolo elettrodomestico chiude il 2023-riferisce Roberto Fogliata- con una crescita a valore del +0,3% rispetto al 2022. L’andamento a volume è invece negativo (-1,4%). A sostenere il fatturato sono il comparto Casa (+1,1% a valore, -2,6% a volume) e Il comparto Cucina (+1,2% a valore, +2,2% a volume). Il comparto Persona mostra invece una sofferenza sia a valore (-1,8%) sia a volume (-4,0%). La performance a valore del comparto Casa è sostenuta dal ritorno alla crescita del fatturato della categoria degli Aspirapolveri (+2,3%).

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Categories: Economia e Imprese