2022, un anno da dimenticare per chi fabbrica e vende elettronica di consumo e elettrodomestici in Europa: taglio degli acquisti da parte delle famiglie (GFK: -7 per cento Europa,-2,7 per cento Italia), crollo degli utili e dei volumi sell-in delle aziende e profit warning anche per il 2023. Hanno pesato sulla caduta della produzione il mancato arrivo di componenti, materie prime e semilavorati nei primi sei mesi dell’anno e poi il crollo particolarmente pesante degli acquisti nel secondo semestre. Ma ha pesato molto sui conti delle aziende europee anche l’uscita dai mercati russi e russofoni. Gli unici a sorridere i cinesi che hanno implementato i loro ricavi con percentuali a due cifre sostituendo in Russia e paesi vicini, le aziende europee (che ne sono uscite per le sanzioni), con device a brand cinesi ma fabbricati – sempre di più – in Europa e di conseguenza più apprezzati.
Electrolux: vendite in calo ma conferma investimenti in Lombardia
Dopo Whirlpool, anche Electrolux ha comunicato consuntivi e trend corporate (giovedì 2 febbraio) in calo. Nell’intero anno 2022, le vendite globali nette sono state di 134.880 milioni di corone svedesi (125.631) diminuite del 3,6% nell’intero anno, esclusi gli effetti di conversione delle valute. Le vendite organiche sono diminuite del 2,8%, per effetto dei minori volumi. Le cessioni e le acquisizioni combinate hanno avuto un impatto negativo dello 0,8%, principalmente legato all’uscita dal mercato russo. Gli utili sono ancora consistenti anche se sono diminuiti mentre non verranno distribuiti dividendi; l’azienda è fortemente impegnata nella strategia di razionalizzazione delle sue attività pesantemente colpite soprattutto in Nord America dove sono in atto 4mila licenziamenti e chiusure di siti. Così come è stato deciso di fermare definitivamente un sito produttivo di refrigerazione in Ungheria.
Nel quarto trimestre, volumi di vendita significativamente inferiori hanno comportato un calo organico delle vendite dell’8,4%. Rumors di borsa e dal Nord America darebbero come probabile una uscita strisciante di Electrolux dal Nord America se non addirittura – secondo una voce insistente che gira da mesi – la messa in vendita dell’intero gruppo svedese. Eppure, nonostante i risultati negativi del 2022 e le pessimistiche previsioni sul 2023, Electrolux ha confermato gli investimenti nei siti produttivi italiani e in particolare quello di 102 milioni di euro per la fabbrica di Solaro in Lombardia dove verranno aggiornate tecnologicamente tutte le linee produttive per arrivare a produrre 1milione300mila lavastoviglie l’anno (contro le attuali 720mila) di classe energetica superiore, destinate ai mercati europei e soprattutto nordamericani. E nonostante i primati mondiali del gruppo negli investimenti in eco sostenibilità delle filiere.
Elettrodomestici e elettronica: le vendite in Italia meglio che in Europa
Arrivano da GFK, e con il segno negativo, i consuntivi 2022 e, dopo un 2020 ottimo e un 2021 eccezionale in Europa e anche nel resto del mondo, era prevedibile che la crescita si sarebbe fermata. “Nel mondo anzi – ha dichiarato Ines Haaga, esperta GFK per Tecnologia e beni Durevoli al CES di Las Vegas in gennaio – l’inversione di tendenza nel 2022 è stata più forte di quanto originariamente previsto, influenzata da numerosi fattori macroeconomici, come la guerra in Ucraina, alti tassi di inflazione e fiducia dei consumatori ai minimi storici”.
Il calo in Italia è stato nettamente inferiore con un -2,7 per cento, rispetto ad un 2021 decisamente irripetibile e comunque con un +16 per cento rispetto al 2019. Come dire: che non cominciassero a lamentarsi catene e gruppi del retail di questa e di future flessioni perché comunque, rispetto al decennio ante-epidemia, sono tre anni che i mercati tirano. Con una nostra annotazione: il botto del 2021 delle vendite di tv (+120 per cento in una sola settimana nell’ottobre 2021) era dovuto a quello switch-off incompleto e che ha fatto cambiare milioni di tv che erano, in realtà, aggiornati tecnologicamente e comprare milioni di decoder spesso inutili o facili a guastarsi. Basta per esempio togliere il collegamento dell’antenna al decoder e il tv anche vecchio funziona.
Tornando ai consuntivi 2022: secondo le rilevazioni GfK, il valore complessivo del mercato a fine anno si è attestato sui 17 miliardi di euro. “Le vendite sui canali tradizionali sono diminuite del – 5,3%, mentre cresce ancora – sottolinea GFK Italia – il canale online (+5,5%). Tra i comparti più importanti, crescono home comfort (+25,3 per cento), piccoli elettrodomestici e telefonia. Effetto rimbalzo per l’elettronica di consumo (-14,4 per cento) e IT/office (-9,9 per cento), che chiudono l’anno in negativo dopo le ottime performance dello scorso anno. Leggermente negativo anche il comparto dei grandi elettrodomestici, che segna un -2,8% rispetto al 2021”.
Crescono in Russia i produttori cinesi e turchi
Ma le vendite non hanno castigato tutti i brand perché alcuni sono stati premiati come quelli cinesi, soprattutto perché sono sempre meno “cinesi” e sempre più europei. L’esempio più clamoroso è la Hisense che, dopo aver acqusito la slovena Gorenje, con la sua fabbrica di grandi elettrodomestici, ne sta costruendo una seconda in Serbia perché ha registrato incrementi molto alti nelle vendite in Russia (+30 per cento), destinati peraltro a proseguire. Ne consegue che i prossimi mesi saranno durissimi solo per le manifatture europee per un’altra ragione ancora: nemmeno la turca Arcelik, che ha costituito una joint venture con Whirlpool per acquisire il 75% della filiale Emea della multinazionale americana, è uscita dal mercato russo e sommando le sue fabbriche in Est Europa con quelle di Whirlpool Emea si presenta con una formidabile potenza industriale ben localizzata, vicino a ciascun mercato. Con altri temibili competitor molto forti da anni: i coreani Samsung e LG Electronics. L’intero scacchiere europeo – Est e Ovest – sta subendo grandi cambiamenti e a guidarli spesso sono, in prima linea, manager italiani che hanno acquisito esperienze e conoscenze di rilievo internazionale.