Nei primi nove mesi dell’anno l’eolico e il solare – le fonti di energia rinnovabili non programmabili – hanno coperto il 14% della domanda di energia elettrica nazionale; si tratta di un massimo storico, considerando soprattutto il calo del 2% dei consumi di energia primaria e del 3% delle emissioni di CO2 rispetto allo stesso periodo del 2015. Intanto, la quota di energia elettrica prodotta da tutte le fonti green si conferma intorno al 41%.
Il dato più rilevante che emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano, curata da ENEA, è che la diminuzione dei consumi e delle emissioni si accompagna ad un aumento, seppur lieve, del PIL.
“Si tratta di un’inversione di tendenza – spiega Francesco Gracceva, dell’Unità Studi e Strategie ENEA, responsabile del gruppo di ricerca che cura l’analisi – perché fino ad oggi l’Italia è stato il solo Paese, tra le maggiori economie Ue, in cui un contributo significativo alla riduzione delle emissioni è venuto dalla crisi”.
L’Analisi mette in risalto altre importanti novità. Fra queste, importante è il miglioramento dell’indice ISPRED (Indice Sicurezza energetica, Prezzo Energia e Decarbonizzazione), che ha raggiunto il massimo degli ultimi cinque anni. Questo dato è frutto, spiega Gracceva, di “due andamenti contrapposti: da un lato la riduzione delle emissioni di CO2 e la conseguente decarbonizzazione del sistema, dall’altro il peggioramento dell’indicatore relativo ai prezzi”.
Sul fronte gas invece peggiora la posizione italiana. I prezzi medi per i consumatori industriali segnano un tasso di riduzione del 9,5% a fronte di un calo del 17% della media dei principali paesi UE.
Relativamente ai prezzi dell’energia elettrica per le industrie, negli ultimi due trimestri 2016 questi sono aumentati del 3% rispetto al primo semestre, segnando un ulteriore allargamento del gap fra Italia e resto d’Europa. Aumentano anche i prezzi del gasolio, ormai prossimi ai massimi dell’Unione.
Infine, dall’Analisi si evince una ripresa delle importazioni di greggio, con l’import mediorientale in forte crescita (+38%), specie da Iraq e Iran. Si conferma la crescita della domanda di gas naturale (+1,9%), con un aumento dell’import dall’Algeria ed una diminuzione di quello da Russia e Nord Europa, dato in controtendenza rispetto al resto dei Paesi europei.