Allacciare le cinture e prepararsi al decollo. È quel che dovranno fare i circa 30 milioni di consumatori elettrici dal 1° gennaio 2017. Molte novità sono in arrivo, infatti, e le scopriremo con il prossimo imminente aggiornamento trimestrale delle tariffe che l’Autorità per l’Energia annuncerà giovedì 29 dicembre. Due le principali innovazioni che ci attendono con il nuovo anno: il nuovo contratto web “tutela simile”, un contratto con lo sconto che consentirà a chi ancora non l’ha fatto di sperimentare il mercato libero scegliendo il proprio fornitore dell’elettricità così come oggi già sceglie l’operatore telefonico; la rimodulazione delle tariffe per i clienti domestici con la revisione della componente di rete. Cosa porterà? Un aumento delle bollette ci sarà ma non sarà per tutti. A beneficiare del nuovo sistema saranno infatti soprattutto i nuclei familiari che superano i 2.700 kilowattora annui, corrispondenti alla soglia di consumo di una famiglia-tipo italiana con contatore da 3 kilowatt di potenza.
NUOVE BOLLETTE E RINCARI MA NON PER TUTTI
Così spiega l’Autorità: “dal 1° gennaio 2017 cambiano alcune condizioni del servizio di Maggior Tutela, che sarà sempre riservato alle famiglie e alle piccole imprese (con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro). Rispetto a oggi, dal 1° gennaio 2017: il prezzo sarà sempre calcolato trimestralmente; tuttavia il metodo utilizzato sarà caratterizzato da un più immediato allineamento con i costi di approvvigionamento sostenuti per servire i clienti; le altre condizioni contrattuali non subiranno variazioni”.
Cosa vuol dire? Dobbiamo innanzitutto sapere che circa la metà della bolletta è dovuta a spese di trasporto e distribuzione e agli oneri “collaterali” di sistema (per esempio, gli incentivi alle rinnovabili, gli oneri per lo smantellamento delle centrali nucleari, etc..). Il restante 50% invece è dovuto al costo della materia prima (gas, olio combustibile, carbone) utilizzata per produrre l’elettricità. Fino al 2015 entrambi queste voci della bolletta sono state fortemente progressive: a bassi consumi è corrisposto un livello di prezzo che non copriva interamente il costo; ad alti livelli invece il prezzo saliva in misura esponenziale, molto più alta del costo. In parole estremamente semplici significa che i consumi più alti pagavano più del dovuto per sostenere i consumi più bassi. E’ un meccanismo concepito negli anni ’70, quelli dei primi shock petroliferi quando si disincentiva l’aumento dei consumi ma che oggi, con l’avvento delle rinnovabili e con lo spostamento di molti consumi dal gas (o più in generale dai fossili) verso il settore elettrico non regge più.
Dal 1° gennaio 2017 cambia dunque la bolletta e cambia la progressività del prezzo. Per il trasporto dell’energia e la gestione del contatore tutti pagheranno la stessa cifra fissa. Verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, in modo da diminuire l’effetto di progressività e limitare a 2 il numero di scaglioni di consumo annuo; scattano poi tutte le novità legate all’impegno di potenza ( oggi possiamo scegliere tra un contatore da 3 kw, quello potenziato da 3,5 e quello da 6 kw). Dal 1° gennaio ci saranno più livelli tra cui scegliere.
Dal 1° gennaio 2018, infine, la riforma andrà a regime, applicando la piena struttura non progressiva anche alla tariffa per gli oneri di sistema (rappresentano circa il 40% della bolletta finale).
CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE
Non c’è dubbio: con il nuovo sistema crescerà il costo della quota fissa della bolletta. E la quota fissa incide per circa il 22% sui costi della famiglia-tipo con contatore da 3 Kw e consumi medi annui di 2.700 kilowattora; l’incidenza aumenta (circa il 37%) sui consumi più bassi (1.500 kilowattora/anno) e si riduce sui consumi alti: circa il 15% per consumi di 6.000 kilowattora annui e contatore da 6 kw. In sintesi, la bolletta aumenterà per i single o per le famiglie a bassi consumi; e si alleggerirà per le famiglie con alti consumi: quelle numerose, con almeno 4 componenti; e quelle più abbienti, che consumano di più perché usano più elettrodomestici o perché hanno optato per l’elettricità per riscaldare-rinfrescare la casa, per esempio.
Il nuovo sistema è un Robin Hood al contrario che premia i ricchi e penalizza i meno abbienti? Non si può dire a priori. In primo luogo, il peso del ribilanciamento della bolletta cadrà di più sulle seconde case e sarà più leggero sulle prime case. In secondo luogo, per le famiglie bisognose è previsto il bonus sociale, cioè un rimborso in grado di compensare completamente il maggior costo della riforma e che va richiesto all’Autorità. Oggi sono ancora pochi a farlo (poco sopra il milione di famiglie su un bacino potenziale di quasi 3 milioni). In terzo luogo finora sono state le famiglie numerose (e per questo con maggiori consumi) a sussidiare quelle con meno componenti familiari, indipendentemente dal reddito. In quarto luogo, stanno cambiando i modelli di consumo delle famiglie e l’efficienza energetica sta lentamente, e opportunamente, portando ad una riduzione dei consumi elettrici svincolata dal miglioramento della condizione economica delle famiglie legata alla, sia pur modesta, crescita del Pil.
L’insieme di tutti questi fattori rendeva necessaria una revisione delle tariffe, più attinenti ai costi, anche per preparare la tappa successiva ossia quella di un mercato pienamente libero e più concorrenziale che dovrebbe scattare, se mai sarà approvata la Legge sulla Concorrenza, da metà 2018.
ARRIVA LA TUTELA SIMILE
Proprio per facilitare il passaggio verso il mercato libero, l’Autorità ha previsto il nuovo contratto: si chiama Tutela Simile poiché ricalca i contratti di maggior tutela, quelli attualmente utilizzati da oltre il 60% delle famiglie italiane e circa la metà delle piccole imprese. Sarà disponibile dal 1° gennaio 2017 sul sito dell’Acquirente Unico. In pratica si tratta di un contratto online solo per l’elettricità le cui modalità sono definite dall’Autorità e sono uguali per tutti i fornitori (Enel, Acea, A2A, Edison, Hera, etc.) ma, e questa è la novità, ciascuno di loro potrà proporre un bonus, cioè uno sconto in più, per catturare il cliente. Il contratto avrà durata massima 12 mesi e poi il consumatore sarà in grado di passare da solo al mercato libero o mantenere il fornitore già selezionato.