I pregiudizi antiscientifici e la paura dell’ignoto, per fortuna accompagnati dalla curiosità, caratterizzano da sempre l’umanità. Ed è quello – avverte su “La Stampa” la coraggiosa senatrice a vita Elena Cattaneo – che sta succedendo anche oggi, come dimostra il fatto che alcune innovazioni continuano a scatenare più timore che approvazione, con il sostegno di un’allarmistica grancassa politico-mediatica. Come valutare diversamente la proposta di legge del Governo Meloni di vietare la produzione in Italia di una novità scientifica come la carne coltivata “ancora prima di sapere, studiare e capire” la portata dell’innovazione? E ancora prima che l’autorità di controllo europea (l’Efsa) si sia pronunciata sulla possibile autorizzazione al consumo della carne coltivata. Ma, insiste la senatrice a vita, “procedere senza voler sapere, o ignorando deliberatamente le evidenze che la scienza ci mette a disposizione non può comunque cambiare la realtà che si intende normare”. Ecco perché giovedì 13 luglio al Senato si terrà, per iniziativa del Gruppo per le Autonomie, un convegno scientifico il cui titolo parla da solo: “Innovazione a tavola: studiare è meglio che vietare”. Quello di Elena Cattaneo è un appello al buon senso e al rispetto della scienza. Oggi vale per la carne coltivata e domani per altre innovazioni scientifiche. Per fortuna in Senato ci sono persone come lei che ci aiutano ad aprire gli occhi e a vincere i pregiudizi. Grazie, senatrice.
Elena Cattaneo: sulla carne coltivata “studiare è meglio che vietare”
La senatrice a vita insorge contro i pregiudizi antiscientifici e contro la proposta del Governo di vietare la produzione della carne coltivata senza nemmeno attendere il parere dell’autorità europea di controllo. Un convegno al Senato esaminerà tutti gli aspetti scientifici della carne coltivata