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Electrolux nomina Yannick Fierling come ceo: segnali di ristrutturazione o di vendita?

Imagoeconomica

Gira e rigira, si riciclano tutti. Non si tratta proprio di un rinnovo del top management con nomi nuovi ma almeno, con questo ennesimo giro di valzer che vede Yannick Fierling nominato da oggi al vertice di Electrolux, si conferma che, per gestire al meglio e soprattutto nei momenti di crisi le imprese del settore Bianco, i migliori sono europei. Con un’illuminante osservazione espressa da un ex big manager italiano di lunga navigazione: “È la prima volta che non viene nominato a questi livelli un manager proveniente dall’interno, ed è una forte discontinuità nella cultura svedese che farebbe pensare a una importante prossima decisione”. E cioè, come già abbiamo sottolineato anche di recente, o una dura ristrutturazione a partire da settembre o una rapida vendita. Dunque, la nomina concluderebbe un percorso di riassetto e forti investimenti che hanno portato Electrolux, le sue fabbriche e i suoi prodotti ai massimi livelli mondiali di ecosostenibilità (quella con normative europee), che, a fronte dei cambiamenti dei mercati e del clima, è diventato per il mondo della finanza e non solo, un asset vincente perché imprescindibile.

A fronte di una situazione magmatica e in continuo movimento, e soprattutto dei grandi rischi per l’occupazione (il mercato si mantiene in netto calo e cresce la cassa integrazione in tutti gli stabilimenti), come viene vista la nomina di Fierling? “Aspettiamo che, a settembre, il governo ci convochi come ha promesso il ministro Urso, per il tavolo di concertazione per il nostro settore, che riteniamo necessario anche a seguito di questa nomina e degli impegni presi a suo tempo con noi. Chiediamo – dichiara Massimiliano Nobis, segretario Fim Cisl Nazionale – misure adatte a sostenere il mercato che è ancora in forte sofferenza. Ma niente incentivi”.

Il giro dei manager ai vertici

Riassumendo la situazione del quadro delle M&A europee, Fierling, da ceo di Haier Europe (dopo aver ricoperto lo stesso ruolo in Whirlpool Emea), aveva avviato e seguito l’espansione della società e in particolare il rilancio di quello che era rimasto della Candy acquisita nel 2019 dal gigante cinese per 500 milioni di euro. Nel giro di pochi anni aveva messo a segno una crescita molto rapida di Haier Europa, portandola nel 2023 a oltre 4 miliardi di euro di fatturato. Perché Electrolux ha scelto Fierling? Fierling conosce molto bene i meccanismi, i manager e il complicato mondo delle multinazionali cinesi. Può dunque gestire la prevedibile vendita di Electrolux a uno dei giganti cinesi (posto che l’America e l’Europa non si oppongano duramente a questa soluzione). Ma, con la lunga esperienza nel settore dei beni di consumo, è anche un buon esperto in rilanci ma meno in ristrutturazioni industriali. Come Electrolux ha comunicato, Fierling si unirà alla società a ottobre e assumerà il ruolo di ceo a gennaio 2025, succedendo a Jonas Samuelson, che ha annunciato all’inizio di quest’anno che avrebbe lasciato la posizione entro la fine del 2024. Quanto al ruolo di ceo in Haier Europe, da aprile è in funzione Neil Tunstall, che, negli ultimi sette mesi, aveva svolto il ruolo di amministratore delegato di Haier per Regno Unito e Irlanda. Secondo i commenti degli esperti, sembrerebbe essere una figura di minor dinamismo rispetto a Fierling e, ad ogni buon conto, la Haier in questi mesi è in forte stallo, dopo investimenti molto onerosi e un’espansione assai veloce, che la forte crisi dei mercati sta destabilizzando.

Morel sempre in pista

Quanto alla Whirlpool, ricordiamo che dopo l’accordo tra la Corporation e Beko per la cessione del 70% delle attività Emea della società americana, il ceo Jean Morel, l’abile regista del rapido accordo, non è più al vertice della Whirlpool Emea, ma è ancora vicepresidente di Whirlpool Corporation poiché la società di Benton Harbor è comproprietaria di Beko Europe, la nuova joint venture di cui Beko detiene la maggioranza. Questo è il rapido quadro dei cambiamenti ai vertici delle aziende europee. Rimane ben solido invece il board della tedesca Bosch che, dopo aver manifestato l’intenzione di creare una joint venture con Whirlpool America, ha acquisito gli asset di Johnson Controls e Hitachi per 8 miliardi di dollari, diventando il protagonista globale della climatizzazione e delle energie alternative per il mondo consumer e piccolo retail. Ma con l’ufficiale dichiarazione del board che questa è stata solo la prima di una serie di grandi e anche meno grandi acquisizioni nel settore della casa smart e delle tecnologie domestiche. Così, nel risiko del bianco si è iscritta anche la Bosch che deve crescere sui mercati europeo e mondiali per contrastare con successo l’onda d’urto gigantesca in Europa e in Nordamerica dei giganti cinesi. Perché non ci sono solo Midea (impegnata peraltro da un anno in un difficilissimo percorso di quotazione alla Borsa di Hong Kong, solo di recente conclusosi positivamente), Hisense e Haier, ma anche Tcl (big globali del Bianco e del Bruno). Come ha dichiarato un manager europeo della multinazionale a FIRSTonline in una recente intervista, la società ha in programma una crescita per acquisizioni. E le vendite come stanno andando? Male, malissimo in tutto il mondo. Prezzi in costante ascesa per l’aumento esponenziale dei trasporti (guerre e blocchi degli stretti logistici marittimi), inflazione e conflitti: questi i fattori frenanti che agiscono ormai da due anni, bloccando gli acquisti delle famiglie. Ancora un meno 5% circa di caduta della domanda in Italia negli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda l’elettronica di consumo.

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Categories: Economia e Imprese