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Egp, 9 miliardi di investimenti per la crescita

Enel Green Power chiude il primo trimestre con utile in crescita del 2,9%. Il piano strategico 2015-19 prevede investimenti in aumento del 60% e capacità produttiva a 7,1 Gwatt. Oltre la metà sarà in America Latina. Nord America e Africa gli altri Paesi “forti”. Ebitda da 1,8 a 2,5 miliardi. Venturini: “Guardiamo anche all’Asia”

Egp, 9 miliardi di investimenti per la crescita

Enel Green Power chiude un trimestre in ripresa e mette sul piatto quasi 9 miliardi di investimenti per la crescita da qui al 2019. La società dell’energia rinnovabile controllata da Enel conferma di puntare sui mercati delle Americhe, Nord e Sud, e sull’Africa nel medio termine per realizzare il suo sviluppo nei prossimi cinque anni, tenendo d’occhio l’Asia dove conta di poter entrare attraverso tre porte: Tailandia, Malesia e soprattutto l’India dove il governo ha in programma di realizzare 60 milioni di kilowatt nel solare e altrettanti nell’eolico.

TRIMESTRALE
Tutti i dati della trimestrale e il piano strategico di Egp sono stati presentati ieri alla comunità finanziaria da Francesco Venturini e Giulio Carone, rispettivamente amministratore delegato e direttore finanziario del gruppo verde. Il primo trimestre si è chiuso con ricavi in crescita dell’11,6%, Ebitda migliorato dell’11,4% a 536 milioni di euro, il risultato netto di gruppo si è chiuso a 175 milioni con una crescita del 2,9 per cento. La produzione netta è salita a 9,8 Gigawatt (+3,6%) ed è attribuibile
principalmente all’entrata in esercizio di impianti eolici nelle aree America Latina (472 MW) e Nord America (400 MW) e di impianti solari in America Latina (154 MW), mentre il decremento registrato nell’area Europa è determinato principalmente dalla cessione della capacità eolica in Francia (178 MW), perfezionata a fine 2014.

STRATEGIA 2015-19 
Ma l’interesse della giornata era soprattutto sulle strategie al 2019. Egp conferma e accelera i driver di espansione fin qui impostati con una crescita concentrata, sia in termini di capex che di produzione, per almeno la metà del potenziale in America Latina; un approccio flessibile in Europa dove proseguirà la riduzione dell’esposizione al rischio di mercato ma non si esclude la possibilità di nuove acquisizioni, e una forte attenzione per Nord America e Africa. Lo scenario mondiale, ha spiegato Venturini, indica un forte incremento della domanda di energia in quelle aree e le rinnovabili rappresenteranno, nelle stime globali, il 50% dell’elettricità incrementale richiesta dal pianeta.

 

Con questa premessa, Egp investirà 9,6 miliardi nell’arco di piano e, di questi, 8,8 miliardi sono destinati alla crescita con un incremento del 60% sul piano precedente. Il Latam (soprattutto Cile Messico e Brasile) assorbirà il 53% di questa somma. L’aumento di capacità produttiva è previsto per 7,1 Gigawatt a fine 2019 (+50% rispetto alle stime precedenti). L’obiettivo è già coperto dal 60% dei progetti in cantiere. Egp propone un approccio diversificato per singoli mercati. “In Europa – ha spiegato Venturini – il peggio sembra essere passato ma bisogna ricreare fiducia negli investitori, ci muoveremo tatticamente sui vari pipeline, aperti alle opportunità d’investimento che abbiano un senso di mercato”. Progetti green field sono invece possibili nel Nord America e in Africa dove l’espansione si allargherà dal Sud Africa verso Marocco ed Egitto, poi Algeria e Tunisia dove sono in corso valutazioni. “ In Asia vi è una forte domanda ellettrica e bisogno di infrastrutture. Abbiamo studiato il potenziale del mercato e la sua attrattività: Tailandia, Malesia, India sono i Paesi emersi come più interessanti”, ha precisato Venturini.

 

Infine, Ebitda e risparmi. Egp stima 120 milioni di risparmi di costi complessivi con una riduzione dell’Opex unitario dell’8% e punta su un incremento dell’Ebitda da 1,8 miliardi a 2,5 miliardi a fine periodo garantito dal fatto che il 70% della crescita pianificata è già assicurata con gare vinte e progetti definiti. Oltre ai 200 Mwatt aggiuntivi già assicurati in Messico e Cile, ai 3 nuovi progetii eolici già vinti in Sud Africa, all’ingresso recente in Turchia, ci sarà anche la vendita degli assets in Portogallo (640 Megawatt). Il management selezionerà gli investimenti, privilegiando quelli in grado di assicurare una redditività di 200-300 punti base sulla Wacc (costo medio ponderato del capitale). Infine conta di poter sostenere un rapporto debito/Ebitda pari a un multiplo di tre. Proprio questo aspetto a suscitato le maggiori domande degli analisti ma la risposta di Venturini e Carone è stata senza appello: “Si tratta di un valore molto conservativo e prudenziale. Abbiamo preferito la cautela piuttosto che lanciare numeri che non saremmo poi in grado di mantenere”: Le azioni Egp viaggiano in crescita dello 0,75% a 1,75 euro in controtendenza con un Ftse Mib segnato dalle perdite e faticosamente in recupero sulla parità alle 15,35.

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