Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato stamattina è intervenuto per rassicurare le imprese italiane che svolgono la propria attività in Egitto dove da ieri sera è in atto un golpe di stato. “L’Egitto – ha detto a Radio Anch’io – è un paese importante per noi: abbiamo un interscambio di 6 miliardi di euro. Siamo il primo paese europeo e il terzo nel mondo per gli scambi con l’Egitto. Siamo molto interessati a trovare un rapporto stabile con questo paese”. “Non posso però assicurare – ha proseguito – se ci saranno o meno ripercussioni sui rapporti commerciali tra i due paesi. I rapporti però rimarranno perché le nostre grandi imprese lì sono molto importanti”.
Quali sono le nostre grandi imprese in Egitto. Kepler Cheuvreux ha stilato una lista: in cima c’è Italcementi. Il gruppo, specializzato nella produzione e commercializzazione di cemento e calce idraulica, in Egitto crea il 13,6% del fatturato e il 22,6% del margine operativo lordo (18% del capitale investito). Cementir genera nel Paese il 5,5% del fatturato e il 13% del margine operativo lordo (9% del capitale investito). Pirelli ha nella città di Alessandria un impianto di produzione, specializzato sulla produzione di pneumatici dei camion. L’area del Medio Oriente/Africa, per il gruppo, conta per il 9% del fatturato. Amplifon ha in Egitto tredici negozi (gestiti da terzi). Intesa Sanpaolo detiene l’80% di Bank of Alexandria, che contribuisce per l’1,7% ai ricavi consolidati, per il 4% all’utile netto, con un valore di libro di 416 milioni di euro. Eni è il primo produttore di idrocarburi in Egitto
L’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni ha detto che “per il momento va tutto bene, non ho ragione di preoccuparmi molto“. Il presidente, Giuseppe Recchi, ha aggiunto che non ci sono problemi di sicurezza per gli impianti. Anche gli analisti di Mediobanca sono cauti e fiduciosi: “L’instabilità politica nel Paese non è niente di nuovo rispetto alla già tesa situazione politica vista durante lo scorso anno”.