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Effetto Parigi sui mercati, ma senza panico. Tokyo torna in recessione, risale il petrolio

Sui mercati incombe lo shock per le stragi di Parigi. L’apertura dei listini asiatici coincide con la notizia dei raid dell’aviazione francese su Raqqa, capitale dell’Isis. Ma si riparte senza cedere, per ora, al rischio del panic selling.

Le previsioni sull’apertura europea non sono drammatiche. Parigi: indice Cac 40 in calo di 111 punti a 4697 punti. Londra: Ftse 100 -45 punti a 6.073. Francoforte: indice Dax -145 punti a 10.563. Sembra scongiurato il pericolo di un tracollo psicologico, ma restano i problemi legati alla frenata delle economie, al timore del rialzo dei tassi Usa e la crisi delle materie prime. 

Il petrolio registra un lieve guadagno: +1,2% a 44,98 dollari al barile dopo le massicce perdite (-8%) della scorsa settimana. Modesto anche il rimbalzo dell’oro (+0,8% a 1.092 dollari l’oncia). Negative le Borse asiatiche, in ripresa però dopo i primi prezzi: Hong Kong -1,6%, Tokyo -0,9%. I mercati cinesi contengono le perdite al mezzo punto percentuale. Il settore più colpito è quello delle compagnie aeree: Virgin Australia perde il 7%, China Airlines -3,2%. Cathay Pacific -2,3%.

YUAN PIU’ DEBOLE DOPO IL VIA LIBERA DEL FMI

L’andamento dei mercati è condizionato dai dati del Pil di Tokyo. Il Giappone è ufficialmente tornato in recessione. Nel terzo trimestre l’economia del Sol Levante è scesa dello 0,8%, più di quanto previsto dalle stime ufficiali. E’ il secondo calo consecutivo (-0,7% da aprila a giugno), in buona parte dovuto al calo degli investimenti (-1,3%). Più incoraggiante il dato sui consumi (+0,5%). E’ improbabile che la notizia spinga la Bank of Japan a promuovere nuove misure espansive. 

La quotazione dello yuan è stata fissata stamane a 6,3750 nei confronti del dollaro, in calo nella prima seduta dopo la decisione del Fmi di includere la moneta cinese nel club delle monete che compongono i diritti speciali di prelievo. Il direttore generale Christine Lagarde ha dichiarato che la moneta cinese risponde pienamente ai due requisiti fondamentali: la circolazione diffusa a livello globale e la rispondenza a criteri di mercato per la determinazione del prezzo. La decisione ufficiale è prevista per il 30 novembre. E’ un grande successo per la politica del presidente Xi Jinping, determinato ad accelerare la transizione della Cina da economia manifatturiera ad un modello più orientato sui servizi.

OGGI I DATI SULL’INFLAZIONE. PARLA DRAGHI

La geopolitica irrompe nell’agenda economica. L’attenzione dei mercati è da oggi concentrata sul G20 in Turchia dove i grandi si confronteranno sulla crisi siriana. Stamane verranno rilasciati i dati sull’inflazione della zona euro. Alle 11 a Madrid toccherà a Mario Draghi dare una prima risposta alle ansie dei mercati per gli attentati, che comunque hanno inflitto un duro colpo alla fiducia dei consumatori: il presidente della Bce potrebbe fornire nuove indicazioni sulle misure che la Bce si accinge a varare il 3 dicembre. Prima di quella data Draghi parlerà venerdì all’assemblea bancaria tedesca di Francoforte- E’ previsto anche un intervento del presidente della Bunderbank Jens Weidmann.

Intanto, a New York si apre oggi la Robin Hood Investor Conference, l’appuntamento attuale dei grandi gestori di hedge fund. Per tradizione è la sede in cui si confrontano le idee di investimento dei protagonisti del mercato, da Daniel Loeb di Third Point a David Einhorn di Greenlight Capital e Whitney Tyson di Kase Capital. 

MILANO RIPARTE DA -3%. A MEDIASET LA MAGLIA NERA

Il dramma parigino è piombati su mercati già stressati nell’attesa del rialzo dei tassi Usa. Venerdì a Wall Street l’indice S&P ha chiuso in ribasso del 3,6% la peggior settimana da agosto. Il settore peggiore è stato quello dei titoli energetici (-7,1%). In forte ribasso anche i titoli retail: Macy’s, Netflix e Priceline hanno perso il 5,2% nelle ultime cinque sedute. C’è grande attesa per la trimestrale di Wal-Mart che da inizio anno accusa un ribasso superiore al 30%. Male anche le piazze europee. Hanno fatto peggio le altre piazze del Vecchio Continente: la peggiore è stata Parigi (-3,5%). L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 ha perso il 2,6%, da inizio anno guadagna il 7,8%.

Milano ha lasciato sul terreno il 3%. Il guadagno da inizio anno si assottiglia al 14,8%. In testa alla classifica delle performance spiccano a fine settimana Banca Popolare di Milano (+6,55%) e Bper (+4,12%) davanti a Campari (+3,70%). Bene anche Enel (+2,24%). Lunga la lista delle perdite. Tra i bancari scende Monte Paschi (-7,40%) davanti ad Unicredit (-5,57%). Il titolo peggiore, con un ribasso a doppia cifra, è stato Mediaset (-10,27%), davanti a Ferragamo (-10,05%). La quotazione è tornata sui livelli di gennaio a 21,94 euro. Pesante anche la caduta di Exor (-8,50%) dopo il collocamento del 5% del capitale. 

S&P CONFERMA IL RATING ITALIA. HELLRNIC BOND IN RIPRESA 

Venerdì sera Standard & Poor’s ha confermato il rating sovrano di lungo periodo sull’Italia a BBB-, con outlook stabile, all’ultimo gradino del cosiddetto ‘investment grade’ ed è la più bassa tra quelle delle quattro agenzie seguite dalla Bce. S&P aveva retrocesso l’Italia di un gradino a dicembre dell’anno scorso.

Intanto l’agenzia canadese Dbrs ha confermato il rating B al Portogallo, che potrà così evitare l’uscita dal programma di acquisti di titoli da parte della Bce. Una buona notizia alla vigilia dell’incarico di governo al centro sinistra. Migliora la Grecia. Il rendimento del decennale greco, schizzato al 18,7% a luglio, è tornato sotto il 7%: per chi ha osato rischiare è stato l’affare dell’anno. ù

FIAT CHRYSLER PROMOSSA DA MOODY’S

Fiat Chrysler ha incassato venerdì sera la promozione da parte di Moody’s dell’outlook da stabile a positivo. La decisione, spiega una nota,”riflette l’aspettativa che Fca continuerà a beneficiare dei trend di vendita favorevoli nelle regioni Nafta ed Emea nei prossimi 12 mesi che, insieme al previsto lancio di nuovi modelli e alle misure per accrescere il potere di prezzo, sosterranno la sua redditività”.

ENEL E TELECOM AL TESTA DELLA BANDA LARGA

Nuovo test sul mercato per Enel, dopo il via libera del consiglio a due operazioni “straordinarie”: la fusione con la controllata Enel Green Power e la costituzione di una newco per investire nella banda larga, la rete di telecomunicazione di nuova generazione.

L’ingresso di Enel nella partita delle tlc si lega anche agli sviluppi in casa Telecom Italia, già proprietaria dell’attuale rete in rame. Il leader italiano del settore ha avviato un piano di investimenti da 700 milioni per il cablaggio delle 100 principali città, ma non ha intenzione di partecipare a una società della rete “in condominio”. Sotto i riflettori le mosse di Vivendi: Vincent Bolloré punta a rafforzare la posizione in vista della diluizione dovuta alla conversione delle risparmio. 

UNIPOL: LE COOP ACCORCIANO LA CATENA DI CONTROLLO

Attesa anche per la reazione dei mercati alle anticipazioni del week end sul piano di riorganizzazione del pianeta Unipol. Non ci sarà la fusione tra Unipol gruppo ed UnipolSai ma una forte semplificazione della catena di controllo a monte della holding. Verrà sciolta Finsoe, la scatola in cui è custodito il 31,4% di Unipol che verrà distribuito alla neonata Coop Allenza 2.0, cui andrà il 21,45%, mentre Holmo avrà il 7,48%. I titoli Unipol sono in carico a Finsoe ad un prezzo di 9,95 euro ben superiore alla quotazione attuale di 4,48 euro, uno scarto che, secondo la hondin, è giustificata dal premio di maggioranza.

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