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Effetto Macron, quanto durerà? Oggi il nuovo test

Anche Wall Street e i mercati asiatici festeggiano il successo di Macron al primo turno delle Presidenziali – Trump annuncia per domani le linee guida della riforma fiscale che ridurrà le tasse sulle imprese – Piazza Affari cancella due anni di ribassi – Per Unicredit il più grande rialzo della storia

Effetto Macron, quanto durerà? Oggi il nuovo test

Quanto potrà durare l’effetto Macron? Il dato più sorprendente dell’affermazione del fondatore di “En Marche” al primo turno delle presidenziali francesi, del resto prevista da tutti i sondaggi, è proprio l’esplosione di entusiasmo di tutti i mercati, dall’Europa alla Turchia, fino al nuovo record del Nasdaq. Un trionfo che ha coinvolto l’euro, i titoli di Stato dell’Eurozona, oltre ovviamente alle azioni. Il motivo? La vittoria di Emmanuel Macron, che potrebbe diventare il più giovane capo di Stato francese di sempre (Napoleone aveva un anno in più quando si impose al direttorio) ha in pratica azzerato il rischio di un collasso dell’euro. I mercati, a questo punto, già guardano alle legislative di giugno per capire se il partito del nuovo Presidente avrà la maggioranza o dovrà fare i conti con una coalizione di partiti per portare avanti le riforme. Ma lasciamo da parte la politica. Agli occhi dei mercati conta che:

1) A questo punto appare quasi certo che, dopo le elezioni tedesche che si terranno a settembre, diminuirà il “political risk premium” in Europa, circostanza che consentirà agli investitori di concentrarsi sul miglioramento delle economie dell’Eurozona e di approfittare dello sconto dei mercati azionari europei rispetto a quelli statunitensi.

2) Quando si sarà dissipato il premio per il rischio Francia, tutti gli spread dell’eurozona ne beneficeranno e, al di là dei rischi geopolitici che rimarranno da monitorare, nulla potrebbe arrestare la correzione della sopravvalutazione del Bund.

3) A guadagnarci, se il trend verrà confermato, saranno soprattutto i titoli bancari. La Bce, si dice nelle sale operative, potrebbe ridurre progressivamente gli acquisti del Qe (che proseguirà comunque fino a dicembre) e progettare un primo, timido aumento dei tassi per la primavera 2018.

TRUMP: LA TASSA SULLE SOCIETÀ SCENDERÀ DAL 35 AL 15%

A completare la festa potrebbe pensarci Donald Trump. Su Twitter il presidente ha anticipato che mercoledì, due giorni prima di festeggiare i primi 100 finora non memorabili giorni alla Casa Bianca, annuncerà le linee della riforma fiscale, la più attesa da Wall Street. Secondo il Washington Post, domani il Presidente annuncerà il taglio delle tasse sulle imprese al 15% dall’attuale 35%. Ma la mossa arriva a pochi giorni dal termine ultimo per un accordo con il Congresso sul budget, decisivo per evitare il blocco delle spese federali. L’intesa sembra lontana anche perché Trump insiste per l’avvio dei lavori per il muro con il Messico.

Nell’attesa anche Wall Street ha festeggiato la vittoria di Macron. L’indice Dow Jones è salito dell’1,05%, l’S&P 500 dell’1,08%. Il Nasdaq ha segnato un nuovo record assoluto: +1,24%, a 5.983,82 punti.

PIOGGIA DI RISULTATI DA OGGI PER L’S&P. GIÙ IL PETROLIO

Al centro dell’attenzione anche le trimestrali. Da oggi a venerdì oltre 190 società dell’indice S&P 500 diffonderanno i risultati, incluse Alphabet (+1,7%) e Microsoft (+1,4%). In grande evidenza, sulla scia delle banche europee, il settore del credito (+2,8%). La performance migliore è stata quella del produttore di apparecchiature medicali Bard (+20%) dopo l’offerta di acquisto per 24 miliardi da parte di Becton Dickinson.

Hasbro +5,8%. La seconda più importante società produttrice di giocattoli al mondo (tra cui il Monopoli) ha chiuso il primo trimestre 2017 con un incremento del 41% anno su anno, a 68,6 milioni di dollari.

L’euforia dei mercati non coinvolge il petrolio: il greggio Usa Wti è sceso a 49,23 dollari al barile (-39 centesimi). Il Brent cede 37 centesimi a 51,59 dollari. Pesano le aspettative di un forte aumento della produzione Usa e le grandi manovre dei Paesi produttori. Nel caso non si raggiungesse a fine maggio un accordo Opec , la Russia potrebbe aumentare la produzione.

A Piazza Affari, al contrario, l’effetto Macron ha coinvolto anche i petroliferi: Eni +3% (dopo lo stacco di una cedola di 0,40 euro), Saipem +3%. Poco mossa Tenaris (+0,07%).

L’effetto Macron è proseguito stamane anche sui listini asiatici. Tokyo, già in rialzo ieri mattina dell’1,3%, ha messo a segno un nuovo rialzo dello 0,8% anche grazie al calo dello yen. Giovedì sono attese le decisioni della Banca del Giappone. In rialzo, nonostante le minacce in arrivo da Pyongyang, anche la Borsa coreana (+0,4%). Bene anche Hong Kong (+0,9%), si risolleva Shanghai (+0,1%). Ai massimi di sempre, l’Indonesia.

PIAZZA AFFARI AL TOP: IL LISTINO TORNAI AI LIVELLI DEL GENNAIO 2016

Una volta tanto a dettare la tendenza globale sono stati i listini europei, esplosi al rialzo dopo che la vittoria di Emmanuel Macron ha cancellato l’incubo di una crisi irreversibile dell’euro e della stessa Unione Europea. L’euforia ha investito i listini più deboli ed esposti alle conseguenze di una crisi che, salvo sorprese il 7 maggio cui non vuole credere nessuno, sembra ormai scongiurata.

In testa alla classifica c’è Piazza Affari (+4,54%). L’indice Ftse Mib è balzato fino a 20.694 punti, ai livelli del gennaio 2016. È stato assorbito senza problemi lo stacco cedole di sette titoli del paniere principale, che ha avuto un impatto negativo dello 0,49%.

A Parigi (+4,14%) l’indice Cac 40 ha toccato il massimo dal 2008. Avanza anche Madrid (+3,78%). Segue Francoforte (+3,37%). In forte ascesa fuori dall’area euro anche Londra (+2,11%). L’euro si è apprezzato sul dollaro a 1,086 da 1,072. In forte discesa l’oro che ha perso oltre 13 dollari a quota 1.275,7.

LO SPREAD SCENDE A 183. GIOVEDÌ 8,75 MILIARDI DI BTP

Sul fronte dei titoli di Stato è scattata un’ondata di vendite sul Bund a dieci anni, il cui rendimento è salito a 0,33% (+9 punti base). Il differenziale tra il decennale tedesco a quello francese è sceso a 48 punti base, da 67 punti base di venerdì sera. 
Lo spread Bund Btp è sceso a 183 punti base dai 197 punti base della chiusura precedente. Il Tesoro ha intanto aperto con successo le aste di fine mese collocando 3,25 miliardi di Ctz e Btpei. Domani toccherà ai Bot semestrali (6 miliardi). Giovedì, infine, saranno offerti 8,75 miliardi di titoli a medio-lungo termine.

ALITALIA: NO DEI LAVORATORI AL PIANO. FUTURO AD ALTO RISCHIO

Alitalia potrebbe esser giunta all’ultimo volo. La maggioranza dei lavoratori della compagnia ha bocciato l’accordo raggiunto con i sindacati con 6.816 no contro 3.206 sì. Si avvicina così il commissariamento e la liquidazione della società entro sei mesi, salvo una soluzione in extremis rimediata dal governo. “Rammarico e sconcerto per l’esito del referendum Alitalia che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia”, hanno dichiarato in un comunicato congiunto il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. “A questo punto l’obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori”.

UNICREDIT, IL PIÙ FORTE RIALZO DI SEMPRE

A tirare la corsa dei mercati azionari sono stati i titoli credito: l’indice EuroStoxx ha messo a segno un rialzo del 7%, l’indice italiano è salito del 9,2%. Kepler-Cheuvreux ha promosso a Overweight il settore europeo, giustificando la decisione con un quadro macro in miglioramento e con il venire meno delle incertezze politiche.

Unicredit (+13,2%) ha messo a segno il rialzo giornaliero più ampio della sua storia. Performance record anche per Ubi Banca (+10,3%), seguita da Intesa (+7,9%), Bper Banca (+6,8%), Mediobanca (+5,2%) e Banco Bpm (+7,7%). Positive, ma meno brillanti, le assicurazioni: Generali +3,5% e Unipol +5,4%.

ENEL IN ORBITA GRAZIE AL CREDIT SUISSE

Dopo le banche è stata Enel (+6,2%) la regina della seduta. Gli analisti di Credit Suisse hanno alzato il target sul titolo a 5,70 euro dai 4,80 euro precedenti con un giudizio confermato a Outperform. Sotto tono le utilities, titoli anticiclici ben comprati quando l’avversione al rischio è particolarmente elevata. Terna però sale del 2% circa.

CORRONO TELECOM E MEDIASET. RIPARTE LA JUVE

In forte rialzo Telecom Italia (+3,6%). Mediaset (+5,29%) è stata premiata dall’aumento del target price (a 4,4 da 4,3 euro) da parte di JP Morgan.

Denaro su Atlantia (+4,29%): Icbpi (neutral, Tp 24,1 euro) ha apprezzato i dati sul traffico autostradale del primo trimestre 2017. Alla vigilia del Cda sui conti trimestrali sale Stm (+3,29%). Liberum Capital ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 17,4 euro. Torna a correre la Juventus (+3,4%) dopo i recenti realizzi. Dalla vittoria nel match di andata contro il Barcellona il titolo è salito del 50% circa.

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