FFETTO KIEV: LE BORSE AFFONDANO, CROLLA UNICREDIT
TENGONO I BTP. FIAT, A FEBBRAIO VENDITE IN RIPRESA
Piazza Affari e Francoforte guidano la discesa delle Borse del Vecchio Continente colpito dall’effetto K, che sta per Kiev.
A Milano l’indice Ftse Mib perde il 3,34% a quota 19759.
Ancor più profondo impatto per il mercato tedesco, il più sensibile ai rapporti con l’Est: -3,44%.
Londra -1,49%, Parigi -2,66% . Madrid -2,38%.
I titoli del debito invece reggono l’urto: lo spread è fermo a quota 190 bp (in vantaggio di 5 punti sulla Spagna), il rendimento del decennale scende.
Dall’Ucraina transitano i gasdotti che portano in Europa circa un terzo del gas importato dal Continente. Il Paese è anche uno dei grandi esportatori di granaglie: il future di riferimento del mais perde il 4% e quello del frumento del 5% (massimi da inizio anno).
Sale il prezzo del petrolio tipo Wti a 102,6 dollari il barile, in rialzo del 2%, massimo da settembre. Il Brent è in rialzo del 2,1% a 109 dollari. L’oro sale dell’1,2% a 1.344 dollari l’oncia, massimo degli ultimi 4 mesi, in febbraio ha guadagnato il 6,5%.
L’euro si indebolisce sul dollaro a 1,376 da 1,380 della chiusura.
A Milano, tra le banche, Unicredit perde il 6,16%. Alla fine di settembre 2013, la banca aveva un’esposizione verso l’Ucraina pari a 2,3 miliardi di euro di impieghi, circa lo 0,5% degli impieghi totali. Intesa, pure attiva nel paese dell’Est, è in calo del 4,01%, Monte dei Paschi del 3,34%.
Non si salva, dopo una mattinata in forte rialzo, il Banco Popolare che arretra del 2,13% dopo una mattinata in rialzo.
Male le altre Popolari. Bpm perde il 3,74%,Banca Popolare dell’Emilia Romagna-4,75%. Ubi Banca -5,01%.
Giù anche le assicurazioni: Generali -3,31%. Unipol Sai -6,16%.
Eni perde il 2,06%. Saipem –1,82%.
Buzzi Unicem, che ha una presenza di rilievo in Ucraina, ha chiuso in calo del 7,6%. L’aggregato Russia-Ucraina genera circa il 15% dell’Ebitda della società.
Indesit chiude in calo del 4,1%. Il gruppo che produce elettrodomestici genera il 3,5% del fatturato in Ucraina e il 20% in Russia.
Tra gli industriali, Pirelli -3,89%.
Fiat -2,31% non si salva dalla pioggia di vendite malgrado le buone notizie arrivate da oltreoceano. Le vendite in USA di Chrysler sono cresciute dell’11% nel mese di febbraio, si tratta del miglior febbraio dal 2007 e del quarantasettesimo mese consecutivo di crescita. Le immatricolazioni di auto in Italia a febbraio sono cresciute dell’8,59%.Il Lingotto ha registrato un incremento del 7,3%.
Exor -4,45%.
Telecom Italia perde il 3,52%.
Si difendono le utilities: Terna arretra dell’1,35% e Snam dell’1,79%.
Tra le small cap, Immobiliare Grande Distribuzione sguadagna l’1,3% dopo la notizia che un fondo gestito da George Soros è entrato nel capitale con una quota del 5%. La Doria sale del 2,6%, nuovo massimo storico.