L’Italia è un paese “sotto sforzo”, “smarrito” e profondamente “fiaccato” da una crisi persistente. Le parole del Censis, utilizzate per fotografare la situazione del Paese, potrebbero essere riciclate anche per descrivere l’andamento della Borsa di Milano nell’ultimo giorno di contrattazioni prima del weekend di Sant’Ambrogio, santo patrono del capoluogo lombardo.
Nonostante una piccolissima fiammata in apertura di mercati, Piazza Affari è infatti anche oggi debole dopo le notizie giunte ieri dalla Bce e soprattutto – paradossalmente – dai dati sul Pil degli Stati Uniti, che registrando una crescita altissima e inaspettata nel terzo trimestre, avvicinerebbe così gli spettri del tapering, del quale la Fed potrebbe discutere addirittura nella riunione di metà dicembre.
A fine mattinata l’indice Ftse-Mib perde poco più di mezzo punto percentuale, trascinato al ribasso soprattutto dalla debacle di Mps (-3% a 0,1628 euro): sul titolo pesa oltre che la prospettiva dell’aumento di capitale da 3 miliardi proposto dal consiglio di amministrazione, anche l’ipotesi che la Fondazione provi a vendere tutta la propria quota pari a 33,5% del capitale entro fine anno. E nonostante l’exploit di Pirelli, che guadagna invece oltre il 2% (miglior titolo del paniere) a 11,20 euro dopo la notizia che l’ex manager di Pirelli Francesco Gori sarà advisor di Malacalza Investimenti “nell’ottica della migliore gestione della partecipazione detenuta in Pirelli & C.”.
In generale è tutto il settore bancario ad arrancare: Intesa Sanpaolo -1% a 1,647 euro, Unicredit in parità a 5,075 euro, Bpm -1,1% a 0,4139 euro, Ubi Banca -1,74% a 4,65, Banco Popolare -1,4% a 1,319, Bper -2% e così via. Si salva soloMediobanca, +0,73% a fine mattinata a 5,985 euro. Male anche Telecom Italia (-0,3% a 0,665 euro) nonostante la precisazione, fornita ieri alla Consob, che al prestito convertendo di Telefonica sono state “applicate le regole di garanzia per le operazioni con parti correlate”, ed Eni (-0,2% a 16,88 euro) dopo che l’ad Paolo Scaroni, il quale ha anche confessato che gli farebbe piacere rimanere alla guida del gruppo per il quarto mandato, ha così commentato l’inchiesta Saipem (-0,4%): “Saipem non è l’Eni, non gestiamo perché lavora per i nostri concorrenti, cosa è successo lo decideranno i magistrati. L’indagine, che riguarda anche me, ci lascia assolutamente tranquilli perché non c’entriamo assolutamente nulla”.
Risorge invece Campari, unico titolo (oltre a Pirelli) che guadagna oltre l’1% a 5,79 euro, che torna in territorio positivo dopo un ultimo mese drammatico con perdita del 9%. Risale verso i 5 euro anche Finmeccanica (dopo essere scesa a 4,8 a metà mattinata), nella giornata dell’annuncio che la controllata Selex ES si è aggiudicata un contratto del valore di 188 milioni di dollari australiani (circa 125 milioni di euro) dalla Australian Defence Materiel Organisation (DMO), per la modernizzazione dei sistemi di comunicazione delle otto fregate della classe ANZAC della Marina australiana.
A differenza di Milano e Madrid (-0,3%), sono tutti in territorio (leggermente) positivo gli altri listini europei: comanda Francoforte con il +0,66%, bene anche Londra e Parigi. Sul fronte dei cambi, l’euro è scambiato a 1,3656 dollari e a 139,51 yen, mentre il dollaro-yen si attesta a 102,16. Il petrolio lima dello 0,11% attestandosi a 97,27 dollari al barile.