Mario Draghi continua ad influenzare positivamente il mondo finanziario. Con l’incarico a premier che è ormai nell’aria, la Borsa di Milano ha oggi limato ulteriormente la crescita dei giorni scorsi, chiudendo abbondantemente sopra in 23.000 punti e con lo spread Btp Bund che è ulteriormente sceso, chiudendo sotto i 92 punti base, vicino ai minimi del marzo 2015. La vera novità è però l’exploit del rendimento del Btp decennale, che per la prima volta nella storia è sceso sotto lo 0,5%. In positivo anche gli altri listini europei: tra le principali la migliore è Francoforte, mentre chiude appena sopra la parità Parigi. Apre bene Wall Street: in rialzo sia il Dow Jones che (ancora di più) il Nasdaq.
A Piazza Affari è una giornata decisamente no per Unicredit, che perde oltre il 3% all’indomani dei conti che hanno sancito un rosso da 2,78 miliardi, certificato dall’ultimo Cda guidato dal CEO uscente Jean-Pierre Mustier. Ad aprile esordisce il nuovo amministratore delegato, Andrea Orcel, e avrà il compito di riportare la banca all’utile nel 2021, come è già previsto dalla guidance. Meglio le altre banche, in particolare Mediobanca che chiude in zona 9 euro per azione. Bene tutti i titoli, che siano industriali, tecnologici o energetici, che in qualche modo beneficeranno dei soldi in arrivo col Recovery Plan: oggi si distinguono Enel e Stmicroelectronics, ma viaggiano particolarmente bene anche Nexi e Poste Italiane. In rosso Leonardo. In evidenza anche la farmaceutica con Diasorin e fuori dal paniere principale Fincantieri: oltre l’8%.
A livello internazionale, attenzione all’ennesimo rally del Bitcoin. La moneta virtuale, rilanciata qualche giorno fa dalla notizia che Tesla la accetterà come forma di pagamento, apre la seduta salendo subito di oltre il 6% in zona 48.000 dollari, vale a dire il record assoluto registrato martedì. Materie prime: il petrolio rallenta, correggendo in lieve ribasso a 61,4 dollari al barile per il Brent, e 58,5 dollari al barile per il Wti. Oro pressoché stabile sui 1836.7 dollari l’oncia, e anche l’euro è praticamente invariato rispetto al dollaro Usa: si scambia a 1.213.