Nelle statistiche secolari del Traders’ Stock Almanac settembre figura quale il mese peggiore dell’anno per i listini azionari. Il forte rialzo dei mercati di venerdì dimostra la volontà di smentire la tradizione ma l’atomica di Pyongyang, cinque volte più potente di quella che distrusse Hiroshima, ha provocato non solo un terremoto pari a 6,3 gradi di magnitudo ma ha anche frenato i mercati azionari, oggi privi del punto di riferimento di Wall Street chiusa per la ricorrenza del Labour Day.
I mercati asiatici hanno reagito stamane nella maniera più scontata: salgono i beni rifugio (yen, franco svizzero, oro, bond Usa), rallentano i listini azionari. A Seoul, ovviamente la piazza più interessata alle minacce di Kim, l’indice Kospi ha aperto in calo dell’1,7%, salvo poi recuperare una parte delle perdite. In rosso a Tokyo il Nikkei -1%, Hong Kong -0,5%. In lieve rialzo l’indice CSI300 dei listini di Shanghai e di Shenzen: +0,1%. Scende dello 0,2% l’indice BSE Sensex di Mumbai. Trattano al ribasso tra scambi modesti anche i future sull’indice S&P -0,2%.
Il dollaro tratta a 1,1880 nei confronti dell’euro, l’osservato speciale della settimana in vista del meeting della Bce. Lo yen tratta a 109,22 (+0,6% sulla valuta Usa). Riprendono a salire il franco svizzero (0,9610) . Schizza in su l’oro a 1.333 dollari l’oncia, il massimo da dieci mesi. È prevista un’apertura in rosso anche per le Borse europee (-0,3%). Il petrolio Brent è in calo dello 0,5% a 52,3 dollari il barile.
Sul fronte diplomatico è già stata convocata una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma la Corea de Sud ha nel frattempo già simulato un attacco alle basi nucleari del nemico del Nord- Ieri intanto Il presidente cinese Xi Jinping ha aperto il summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) dicendo che le economie emergenti devono opporsi con decisione al protezionismo e assicurando che Pechino continuerà a investire sui mercati internazionali e ad accogliere investimenti esteri sul fronte domestico.
RIFLETTORI SUL DIRETTIVO BCE, ARRIVA IL BEIGE BOOK USA
L’allarme suscitato dal test nucleare coreano sposta l’attenzione dall’appuntamento clou della settimana finanziaria, cioè la riunione della Bce di giovedì prossimo. I mercati aspettano indicazioni sulla strategia che Mario Draghi intende adottare per pilotare con gradualità l’uscita dal programma di acquisto di titoli sul mercato. La decisione è complicata dalla debolezza del dollaro, sceso da inizio anno del 13% sulla moneta unica. Ma le scelte di Francoforte saranno legate anche dalle previsioni sull’inflazione che la Bce rivelerà in occasione della conferenza stampa. Sullo sfondo pesa l’approssimarsi del voto tedesco. Sul fronte macro da registrare anche gli indici Pmi servizi nell’eurozona.
Mercoledì negli Usa sarà pubblicato il Beige Book, l’indicatore più completo sullo stato dell’economia americana. Domani intanto comincerà la sfilata dei governatori della banca centrale: interverranno Lael Brainard, Robert Kaplan e Neel Kashkari, tutti e tre membri votanti del board della Fed che si riunirà tra due settimane. Un aumento dei tassi,dopo il modesto incremento dell’occupazione ad agosto (158 mila unità) è dato per improbabile. Ma sarà interessante conoscere l’opinione di Bill Dudley della Fed di New York, la più potente, ei Patrick Harvey (Philadelphia) che parleranno domani. Dudley ha più volte sollecitato un nuovo aumento entro l’anno a cui per ora crede solo il 29% dei componenti del FedWatch.
ITALIA, AL VIA IL CONFRONTO CON I SINDACATI
Sul fronte interno, esaurita la vetrina del meeting Ambrosetti di Cernobbio, l’attenzione si concentra sugli incontri tra governi e sindacati: domani è in programma l’appuntamento sul lavoro, giovedì toccherà alla questione previdenziale.
“La legge di bilancio non deve fare danni e rafforzare la strategia del governo su crescita e lavoro”, ha affermato ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “Questi due elementi – ha aggiunto – sono nel lavoro che stiamo facendo e che completeremo in pochissimi giorni. Nelle nostre scelte abbiamo in mente una visione pluriennale che identifica le urgenze”, tra cui “sostenere in modo credibile ed efficace l’occupazione giovanile”. “La crescita del Pil italiano, maggiore del previsto . ha aggiunto – ha due componenti. La prima “è una forte componente ciclica”, alla quale si affianca “una componente di crescita strutturale che è sempre più grande”.
AL VIA L‘OFFERTA DEI TITOLI PIRELLI
Pirelli ha annunciato stamane il prossimo ritorno in Borsa. L’offerta di vendita, presentata venerdì in Borsa, prevede il collocamento fino al 40% de titoli oggi posseduta dalla Marco Polo International.
FCA, MARCHIONNE CONFERMA SOLO LO SPIN OFF DI MAGNETI
Il bilancio della scorsa settimana vede l’FtseMib guadagnare lo 0,5%, meglio dell’indice Euro Stoxx50, in rialzo dello 0,1%. Riflettori ancora accesi a Piazza Affari su Fiat Chrysler, dopo la cavalcata in Borsa che ha portato il titolo sopra la soglia di 13 euro, per una capitalizzazione superiore a 20 miliardi di euro (+54,6% da inizio anno) sulla scia del report di Goldman Sachs che ha fissato un target price di 25,9 euro per la società e alla promozione da stabile a positivo dell’outlook da parte di Standard & Poor’s.
Sergio Marchionne, a Monza per il GP d’Italia (Ferrari terza alle spalle delle due Mercedes), ha confermato che Fca non ha ricevuto alcuna offerta cinese per il gruppo o per la sola Jeep: Pechino si consola con l’acquisto della Lotus da parte di Geely’s. Il manager ha invece confermato lo scorporo di Magneti Marelli e della componentistica. Più cauto sul fronte del lusso: “Alfa Romeo e Maserati sono ancora immature” per uscire dal gruppo e camminare sulle loro gambe, come fatto nel recente passato da Ferrari. “Capisco benissimo il fatto di staccarsi dal mass market, come concetto non fa una piega – ha spiegato – Ma il momento è sbagliato, non siamo nelle condizioni di farlo”. Alla domanda se stia lavorando a un ‘big deal’ per Fca ha risposto: “No”. Il manager italo-canadese ha anche risposto “non lo so” alla domanda se pensa che possa succedere “un big deal” per Fca prima dell’aprile 2019 (quando Marchionne dovrebbe lasciare l’incarico presso Fca). “È una bella domanda, non lo so, non si possono fare pronostici per i prossimi due anni”.
ITALIA-FRANCIA, PROVE DI ACCORDO SUI DOSSIER PIÙ CALDI
Alla ribalta anche i rapporti tra l’Italia e la Francia in attesa del vertice dell’11settembre a Roma tra il ministro transalpino Bruno Le Maire e i colleghi italiani Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda. Si stringono intanto i tempi per una possibile soluzione per Fincantieri-Stx. Si profila un compromesso che potrebbe passare attraverso il conferimento di Saint Nazaire e di una quota di Naval Group in una holding detenuta in quote paritetiche con la società guidata da Giuseppe Bono. Nell’occasione si parlerà anche della posizione di Vivendi in Telecom Italia. Al workshop Ambrosetti il vicepresidente Giuseppe Recchi ha sostenuto che la cessione della rete “non va considerata un tabù”.