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Educazione finanziaria: 9 italiani su 10 vogliono introdurla a scuola e al lavoro

Pixabay

Nove italiani su dieci vorrebbero che l’educazione finanziaria diventasse a tutti gli effetti una materia da studiare a scuola. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Edufin sulle conoscenze finanziarie in Italia  realizzato dal Comitato Edufin in collaborazione con Doxa e pubblicato il 31 ottobre, nel giorno in cui si conclude la quinta edizione del Mese dell’educazione finanziaria. 

Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria

Nel corso dell’ultimo mese, infatti, sono state realizzate decine di iniziative, da seminari a laboratori, fino a spettacoli gratuiti con l’obiettivo di aiutare i cittadini a sviluppare conoscenze su temi assicurativi, previdenziali e di gestione delle risorse finanziarie personali e familiari.

L’educazione finanziaria a scuola

Secondo il rapporto, non solo è altissima ma è anche aumentata negli anni la quota di italiani che vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria sia nelle scuole (da 86,5% a 89,1%) che sul posto di lavoro (da 76,5% a 79,5%).

L’indagine definisce “incoraggiante” che circa il 67% della popolazione conosca gli effetti dell’inflazione sul potere di acquisto. In questo contesto però, nonostante i miglioramenti riscontrati e il grande successo riscosso dal “Mese dell’Educazione Finanziaria”, la strada da fare in questo campo è ancora lunga.

In base ai dati, ad oggi solo il 44,3% della popolazione presenta un elevato livello di conoscenza finanziaria, una percentuale che scende ulteriormente tra i giovani  attestandosi al 30,5% – che proprio in virtù di questa scarsa alfabetizzazione mostrano una propensione verso investimenti più rischiosi. 

“In generale emerge un grande divario tra la percezione di conoscenza delle persone e le loro conoscenze effettive”, sottolinea il rapporto che per dimostrare quanto appena detto fa un esempio sulla previdenza: più del 50% degli intervistati dichiara di conoscere approssimativamente il rischio di longevità e il funzionamento del primo pilastro della previdenza pubblica, ma la percentuale di coloro che conoscono effettivamente questi concetti e il loro funzionamento risulta molto più bassa.

L’inflazione preoccupa sempre di più gli italiani

Fra i fattori di stress finanziario delle famiglie, i principali risultano essere l’aumento dei prezzi di beni alimentari ed energetici, la paura di non avere risparmi sufficienti per affrontare le emergenze e le oscillazioni dei mercati finanziari. Inoltre, inflazione, guerra e oscillazioni dei mercati hanno condizionato le aspettative degli intervistati e le loro intenzioni di investimento. Dalle risposte emerge da un lato una minore disponibilità a investire, dall’altro un forte disorientamento su quali decisioni concretamente assumere che si sostanzia nel mantenimento dello status quo. Anche l’importanza riconosciuta al tema della sostenibilità tarda a tradursi in scelte di investimento orientate ai prodotti finanziari sostenibili, ma sembra incidere molto in termini di incremento delle intenzioni di investimento future.

“L’educazione finanziaria è indispensabile per costruire il futuro collettivo, non solo individuale – sottolinea la direttrice del Comitato Edufin, Annamaria Lusardi –  ed è collegata alla stabilità finanziaria del Paese. Per questo motivo non sono più sufficienti iniziative frammentate, ma è necessario prevedere programmi su vasta scala  per aumentare le conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali degli italiani, con offerte formative specifiche per le fasce di popolazione più vulnerabili, come i giovani e le donne. Ed occorre partire con l’educazione finanziaria il più presto possibile. Per questo siamo qui oggi al Museo Explora di Roma. Partiamo dai giovani, e facciamolo subito”.

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