Bernard Levy non è Henry Proglio e gli è bastato poco per imprimere un’altra velocità a EdF di cui è diventato il numero uno. E’ stato proprio Levy a spingere la controllata Edison ad andare all’attacco di tutti gli asset italiani di E.on, il gruppo energetico tedesco che ha deciso di mettere in vendita la sua filiale italiana.
Edison ha presnetato a E.on un’offerta non vincolante dell’ordine di di 2 miliardi per rilevare gli impianti idroelettrici, quelli termoelettrici, il pacchetto di 900 mila clienti elettricità e gas e le partecipazioni nel Gnl offshore di Olt e nel gasdotto Tap. Dall’offerta di Edison resterebbero fuori solo gli asset E.on del comparto rinnovabili.
La battaglia per la conquista di E.on entra così nel vivo, anche se l’esito non è scontato pechè, oltre a Ediso, sono in gara Hera (per rilevare il pacchetto clienti) e il fondo F21 per gli impianti eolici e solari di E.on Italia.
L’offerta di Edison è mista, in parte cash e in parte azioni e, se andrà in porto, sarà seguita dalla fusione con E.on e poi dalla quotazione. Il progetto è ambizioso e ivela la chiara intenzione di Edison-EdF di costruire un polo alternativo a Enel.