Il quesito depositato ieri presso la Consob dai legali di Edf e Delmi chiede l’esenzione dell’Opa sulle minoranze. Nel caso di risposta negativa, il quesito sollecita il lancio dell’offerta a un prezzo pari alla media dell’andamento del titolo negli ultimi dodici mesi (0,84 euro) perché si tratta di una riorganizzazione neutra sotto il profilo economico-patrimoniale, mentre le opzioni put concesse a Delmi di uscita certa fra tre anni a favore di Edf non prevedono un prezzo di esercizio fisso. Tale prezzo non è predeterminato, “ma sarà determinato al momento dell’esercizio delle opzioni put in funzione della futura performance di Edison, del futuro andamento del mercato e dei futuri corsi di Borsa”.
Così i legali motivano, nel quesito reso pubblico oggi, le ragioni affinché il prezzo dell’eventuale Opa sulle minoranze non sia a premio. Anche perché, nel caso in cui l’Ente di vigilanza dovesse imporre un’offerta con un prezzo diverso, i francesi hanno già detto che l’intera operazione di riassetto andrebbe rivista.
“L’operazione si configura come una riallocazione degli assetti proprietari neutra per gli azionisti di minoranza”, si riassume nel quesito. In più, sempre per chiedere l’esenzione, si ricorda che di fatto a Edf e’ riconducibile dal 2005 il 50% del capitale di Edison. Sull’applicazione del prezzo si ricorda invece che sia la scissione di Transalpina di Energia (che controlla il 61,2% di Edison) e di Edipower sono neutre dal punto di vista patrimoniale e in esse non viene formulato alcun prezzo, nè e’ previsto alcun acquisto a titolo oneroso. Inoltre, le opzioni di vendita concesse agli italiani sul 30% di Edison e le call sull’eolico “non sono assimilabili a strumenti derivati”.