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Edison, Ansaldo e Edf insieme per cercare di scalfire il tabù del nucleare in Italia

Imagoeconomica

Per ora è una lettera d’intenti, ma potrebbe diventare una rivoluzione per l’economia e la transizione energetica italiane. Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Edf, il colosso del nucleare francese, e la sua controllata italiana Edison provano a scalfire il tabù sul nucleare in Italia con una “riflessione concreta” che potrebbe portare, insieme alle fonti rinnovabili, all’indipendenza energetica.
In gioco c’è il “ruolo del nuovo nucleare a supporto della transizione energetica italiana”, come ha detto Nicola Monti, ad di Edison, precisando che “il nuovo nucleare è complementare allo sviluppo delle fonti rinnovabili e può rappresentare una soluzione concreta a supporto degli obiettivi di neutralità carbonica al 2050, contribuendo all’indipendenza energetica del sistema europeo”.

Edison, l’azienda energetica più antica d’Europa, è quotata in Italia con le sole azioni di risparmio che oggi segnano un prezzo di 1,43 euro, in rialzo dell’1,06%. La società secondo alcune fonti di mercato potrebbe essere venduta da Edf che si ritrova a fine 2022 con la perdita record di 17,9 miliardi, e in corsa ci sarebbero i big italiani. Edison ha chiuso il 2022 con ricavi in crescita, ma con un utile netto penalizzato dall’ impatto negativo dei vari decreti.

Per l’Italia sarebbe un’occasione di spinta economica

In Italia, come si sa, il nucleare è stato bloccato dal referendum del 1987, ma il nucleare di allora non è quello di oggi e quindi non sono pochi, tra esperti e politici, che sollecitano una riflessione e un aggiornamento della questione. Tra l’altro per l’Italia si tratterebbe anche di una grande occasione di spinta di sviluppo economico.
L’obiettivo “è di valorizzare le competenze della filiera nucleare italiana, di cui Ansaldo Nucleare è capofila, a supporto dello sviluppo dei progetti di nuovo nucleare del gruppo Edf, e al contempo di avviare una riflessione sul possibile ruolo del nuovo nucleare nella transizione energetica in Italia” dice la nota diffusa dalle società aggiungendo, per far capire che fanno sul serio, che “L’intesa sarà oggetto di successivi accordi vincolanti tra le parti”.

Le competenze in Italia ci sono già, grazie all’esperienza di Ansaldo

“Il gruppo Ansaldo Energia dispone di un patrimonio di competenze di eccellenza che è di fondamentale importanza nel percorso di transizione energetica basato su tecnologie ad alto contenuto di know-how” osserva Giuseppe Marino, ceo di Ansaldo Energia. Mentre Riccardo Casale, ad di Ansaldo Nucleare, aggiunge che “il gruppo ha saputo mantenere vive le proprie competenze in ambito nucleare dopo la chiusura delle centrali italiane. La nostra società è fortemente impegnata proprio in questa missione e attivamente coinvolta in numerosi progetti in diversi Paesi europei”.
Ed Edf conferma: “Siamo convinti dell’interesse a rafforzare la cooperazione con l’industria italiana”.

Edf promuoverà partnership internazionali

Il tema va ben oltre i confini italiani e raccoglie le esigenze di tutto il Vecchio Continente che ha imparato dalla guerra russo-ucraina come sia importante sganciarsi da forniture energetiche estere.
“Edf ha l’ambizione di promuovere partnership internazionali per implementare un portafoglio di tecnologie nucleari a sostegno dell’Europa verso i suoi obiettivi di net zero” dice Vakis Ramany, direttore dello sviluppo internazionale per il nuovo nucleare di Edf.

Il nuovo nucleare ha caratteristiche di sicurezza molto elevate

“L’energia nucleare può svolgere un ruolo complementare alle fonti rinnovabili, garantendo stabilità e contribuendo alla sostenibilità ambientale del sistema elettrico, alla luce degli ambiziosi target di decarbonizzazione europei e italiani che fissano al 2050 il raggiungimento della neutralità climatica” spiega il comunicato diffuso dalle quattro società, aggiungendo che l’energia atomica è una delle fonti di generazione con le minori emissioni di Co2, assicura un ridotto consumo di suolo rispetto alla potenza elettrica installata e consente un’ottimale programmabilità della produzione. Inoltre, gli Small Modular Reactor hanno caratteristiche di sicurezza molto elevate, richiedono investimenti contenuti e possono essere utilizzati per produrre energia elettrica e termica, rispondendo in modo versatile alle esigenze del sistema elettrico e dei territori”.

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Categories: Economia e Imprese