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Edf: quasi 10 miliardi per la nazionalizzazione. Tutti i dettagli dell’Opa dello Stato francese

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Quasi 10 miliardi di euro per nazionalizzare Edf. Lo Stato francese passa dalle parole ai fatti e annuncia un’offerta pubblica d’acquisto (Opa) per il 100% del colosso dell’energia. Sul piatto ci sono 9,7 miliardi di euro complessivi, pari a 12 euro per azione. 

I dettagli dell’Opa francese su Edf

Il prezzo d’offerta rappresenta un premio del 53% rispetto alle quotazioni di Edf registrate lo scorso 5 luglio, il giorno prima il Presidente annunciasse l’intenzione di nazionalizzare la società, del 46% rispetto al prezzo medio di borsa ponderato per i volumi degli ultimi 60 giorni e del 34% rispetto al prezzo dei dodici mesi precedenti. Non a caso le azioni, che la settimana scorsa erano state sospese dalle contrattazioni, oggi guadagnano oltre il 15% del loro valore raggiungendo quota 11,79 euro, poco sotto il prezzo di Opa. 

Scendendo nei dettagli dell’offerta, Lo Stato francese, che già detiene l’84% di Edf, acquisirà il 15,9% del capitale di Edf e il 60% delle obbligazioni convertibili e/o scambiabili con azioni nuove o esistenti che non detiene, mediante un’offerta pubblica di acquisto semplificata che sarà depositata presso l’Autorité des Marchés Financiers (Amf) previa promulgazione di una legge finanziaria rettificativa per il 2022 (attualmente all’esame dell’Assemblea nazionale) che prevede gli stanziamenti di bilancio necessari per l’offerta.

“Questa operazione dà attuazione al discorso di indirizzo generale del Presidente del Consiglio pronunciato al Parlamento – ha commentato Bruno Le Maire, ministro dell’Economia e delle Finanze – Rafforza l’indipendenza energetica della Francia. Dà a Edf i mezzi necessari per accelerare l’attuazione del nuovo programma nucleare voluto dal Presidente della Repubblica e lo spiegamento delle energie rinnovabili in Francia. Edf può contare sul pieno sostegno dello Stato per questo progetto industriale di portata senza precedenti da 40 anni”.

I motivi della nazionalizzazione di Edf

“La nazionalizzazione è l’unico modo di salvare la compagnia e assicurare la generazione di energia elettrica”, ha detto Ingo Speich, a capo della sostenibilità di Deka Investment, azionista di Edf. “È un boccone amaro ma necessario”.

Nel corso degli ultimi mesi, Edf ha dovuto fronteggiare diverse interruzioni non pianificate della sua batteria di reattori nucleari, ritardi, aumento dei costi nella costruzione di nuovi reattori e limiti tariffari imposti dal governo per proteggere i consumatori francesi dall’incremento dei prezzi dell’elettricità, sottolinea Reuters. Tutte difficoltà amplificate dall’esplosione della guerra in Ucraina che ha reso quanto più che necessario l’intervento  degli Stati nell’energia allo scopo di assicurare le forniture. 

Con lo Stato come unico azionista, Edf potrebbe realizzare diversi progetti decisivi annunciati dal Presidente della Repubblica nel suo discorso a Belfort, in particolare il programma di costruzione di sei reattori a tecnologia EPR 2 entro il 2050. Questi progetti impegnano l’azienda per decenni a venire, durante i quali il colosso continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento energetico della Francia. 

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Categories: Finanza e Mercati