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Ecoreati: il primato è della Campania. Cosa succede dopo il Report Ecomafie 2024?

Imagoeconomica

Il presidente della Campania Vincenzo De Luca è noto perché non le manda a dire. Inutile riprendere qui il campionario di polemiche di cui è stato protagonista negli ultimi mesi. Però, una parola di saggezza sul fatto che la Campania sia la prima Regione d’Italia per illeciti ambientali è augurabile. I dati diffusi da Legambiente nel “Rapporto Ecomafia 2024 ” sono terribili per la Regione che ha collezionato 4.952 illeciti pari al 14% del totale nazionale. La Regione paga il dazio più alto per i reati sul territorio, tutti a vantaggio delle organizzazioni criminali. La provincia di Napoli e quella di Avellino sono devastate da ogni tipo di abuso, pur essendo Avellino tradizionalmente il polmone verde della Campania. Ma c’è un altro paradosso che emerge dai numeri di Legambiente : il turismo. Da Napoli a Salerno, alle isole del Golfo, al litorale domizio, va bene dappertutto con giri d’affari in crescita controbilanciati spesso da mancanza di personale. Si deve fare qualcosa per riequilibrare ambiente e legalità, ma il silenzio della politica è assordante almeno quanto i misfatti accertati.

Solo interessi occulti?

Le ecomafie valgono 8,8 miliardi di euro e non sono solo mani nascoste a fare affari. Non si arriva a questi livelli senza accordi, interscambi, complicità. Il Sud non riceve onore da queste classifiche e i sermoni legalitari non incidono più. La Svimez qualche settimana fa ha detto che c’è ripresa. A fare compagnia alla Campania in testa al Report ci sono Sicilia, Puglia e Calabria. Esagera Legambiente? Non è detto, il lavoro viene svolto per mesi. Le va riconosciuto il merito di capire che succede nei territori. Un brutto salto in avanti quest’anno lo fa anche la Sardegna che passa dal quindicesimo al settimo posto. Al Nord è la Lombardia a prendere la palma di Regione più disastrata. A bilanciare De Luca c’è Attilio Fontana, presidente costruttore di prossime Olimpiadi invernali, molto contestate per gli impatti ambientali. Insomma, non c’è zona d’Italia in cui il cemento e tanto altro non continui a fare danni. Le inchieste giudiziarie sugli affari connessi alle costruzioni documentano da anni la longa manus di cosche e apparati statali sull’edilizia. Eppure nell’agenda politica c’è il decreto “Salva casa”, voluto da Salvini osteggiato da sinistra e forze sociali.

Edilizia e rifiuti, tesoro inattaccabile

Gli interessi del malaffare sono concentrati anche sui rifiuti, sugli incendi, sull’agroalimentare, sul patrimonio artistico e culturale. Nel 2023 è aumentato il numero delle persone denunciate , come quello degli arresti (319, +43%) e dei sequestri (7.152, +19%), ma il sistema, il contrappeso pubblico, non blocca la torta miliardaria È un unico tesoro e si capisce che è inespugnabile. “Nel nostro Paese, continuano a mancare norme importanti, come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri, assegnando ad esempio ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati ” ha detto Stefano Ciafani presidente di Legambiente. Le case abusive vanno demolite, ma ci vogliono stanziamenti e volontà di farlo. Al Sud si concentra il 48,8% delle nuove costruzioni abusive e i controlli sono blandi. Nella zona flegrea del bradisismo, De Luca ha detto che le butterà giù. Il punto è che i dati vivono un breve momento di gloria, poi la verbosità mediatica e politica prende il sopravvento. E così ai normali cittadini resta la rabbia di vedere parti del loro paese saccheggiate e distrutte. Poi nel 2025 leggeranno la 31esima edizione del Rapporto Ecomafie.

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