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Economia Usa: IA e innovazione sono i motori di crescita della produttività. Cosa ha detto a Miami Adriana D. Kugler (Fed)

Imagoeconomica

Nel post pandemia tre fattori hanno favorito il dinamismo dell’economia statunitense: la mobilità del lavoro, l’accelerazione della produttività aggregata e la crescita del numero di nuove imprese. La produttività ha registrato una crescita media annua del 2% dal 2020, rispetto all’1,5% del periodo 2005-2019. Mezzo punto percentuale che ha avuto effetti significativi sulla competitività e sulla sostenibilità dei numeri dell’economia a lungo termine. È l’opinione di Adriana D. Kugler, membro del board della Federal Reserve, espressa qualche giorno fa al Miami Economic Forum in Florida.

L’incremento della produttività è un fattore determinante per la crescita economica, semplicemente perché consente alle imprese di produrre di più con meno risorse, aumentando i salari reali senza però esercitare pressioni inflazionistiche. Ma quali sono gli elementi che hanno supportato la produttività secondo l’economista della Fed? Un fattore cruciale è da ricondurre alla maggiore mobilità dei lavoratori americani negli ultimi anni.

Mobilità del lavoro e intelligenza artificiale: due leve decisive per la produttività

La pandemia, soprattutto negli Stati Uniti, ha innescato, infatti, una profonda riallocazione della forza lavoro, consentendo a molti dipendenti di trovare posizioni più adatte alle loro competenze e migliorando così la loro produttività individuale. Il secondo fattore ad aver contributo alla produttività in aumento negli States ha riguardato la crescente adozione da parte delle aziende di tecnologie avanzate, in particolare l’intelligenza artificiale. Molti comparti industriali e dei servizi hanno investito in automazione e strumenti digitali per rispondere alla carenza di manodopera, migliorando i processi produttivi e aumentando la competitività delle imprese. Secondo Kugler, che in passato ha lavorato al National Bureau of Economic Research ed ha ricoperto il ruolo di capo economista presso il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti dal 2011 al 2013, “l’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un volano di crescita simile a quello generato dall’avvento di Internet negli anni Novanta. Gli investimenti in questa tecnologia sono in aumento e potrebbero contribuire a sostenere la produttività per un decennio o più”.

Boom di nuove imprese Usa: Florida in prima linea

Non solo mobilità del lavoro e nuove tecnologie, dunque, un altro aspetto fondamentale per la crescita della produttività statunitense è stata l’impennata nella creazione di nuove imprese. Le richieste di nuovi numeri di identificazione fiscale aziendale sono aumentate del 30% rispetto ai livelli del 2019, con un particolare fermento nei settori ad alta tecnologia. Nello specifico, Miami si distingue geograficamente come una delle città americane più dinamiche in questo panorama. Attualmente, si classifica all’ottavo posto tra oltre 900 città degli Stati Uniti per il tasso di nuove imprese create dopo la pandemia. E la Florida, più in generale, ospita cinque delle prime venti città per imprenditorialità, confermando il suo ruolo di incubatore a livello nazionale.

La parte finale dello speech a Miami è servita anche per fornire un commento aggiornato rispetto alle prossime mosse della Fed. “Il futuro dell’economia statunitense rimane solido. Il Pil reale continua a crescere a un ritmo sostenuto e il mercato del lavoro rimane in salute. L’inflazione è diminuita significativamente dal suo picco a metà del 2022, tuttavia, i recenti progressi sono stati lenti e discontinui, quindi, continueremo a monitorare attentamente i dati economici e l’evoluzione del contesto macroeconomico”, ha osservato Adriana D. Kugler.

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