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Economia: lo spreco alimentare costa all’Italia 23 miliardi all’anno. Via a una campagna per evitarlo

Imagoeconomica

Round table: l’hanno chiamata così e si rivolge prevalentemente a imprese e scuole. Lunedì 23 ottobre Ministero delle imprese e ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) presentano le tappe della campagna “Facciamo circolare “ dedicata all’economia circolare e alla lotta allo spreco alimentare in Italia. 

La tavola rotonda si tiene nella sede dell’Istituto e serve a spiegare che le buone azioni di sostenibilità iniziano in casa. Risparmiare sul cibo nella società dei consumi non è solo un obbligo morale rispetto a chi nel mondo il cibo lo cerca anche nelle discariche. È una regola che bisogna assumere nei comportamenti quotidiani, diventare più diligenti.

Papa Francesco lo ha ricordato pochi giorni fa :”Buttare il cibo nel cestino significa non valorizzare il sacrificio, il lavoro, i mezzi di trasporto e i costi energetici impiegati per portare sulla tavola cibo di qualità. Significa disprezzare coloro che si impegnano quotidianamente nei settori agricolo, industriale e dei servizi”. Cominciamo a riflettere, un prodotto acquistato e fatto scadere ha dietro di se una serie infinita di passaggi e quindi di costi. Il sistema economico ha effetti sociali ed ambientali perversi nel momento in cui un valore viene depauperato.

A caratterizzare la tavola rotonda a Roma ci saranno tra gli altri l’imprenditrice della moda Ilaria Venturini Fendi e la vicepresidente del Movimento Italiano Genitori Elisabetta Scala. Due figure che possono favorire comportamenti responsabili nei giovani. I ragazzi anche in questa battaglia possono essere la soluzione e non il problema. Si dice: i giovani sprecano a casa e fuori, ora si prova a cambiare lo schema.

La soluzione di Papa Francesco

Ministero e Ispra hanno definito anche una piattaforma tematica con 150 progetti con interviste a imprenditori e cittadini. La campagna avrà due spot televisivi dai contenuti persuasivi, perché l’economia del recupero, o del non spreco, ha basi culturali.

Gli obiettivi sono due: azioni utili con consigli pratici e il lavoro in rete dei diversi attori della società per promuovere cambiamenti nella vita di tutti i giorni. Si comincia con il carrello della spesa per poi avere cura nel consumo di quello che si è acquistato.

 Secondo Eurostat ogni italiano butta via in media di 146 kg di cibo all’anno, con un costo individuale di 385 euro; totale per grandi e piccini: 22,8 miliardi di euro all’anno. Anche il sito Eco delle città che sostiene la campagna dice che “non viene buttato solo del cibo, ma tutto ciò che c’è dietro alla sua produzione”.

Lo spreco alimentare, in altre parole, è un affronto per i poveri e una diseconomia che l’Italia non può più permettersi. Come porvi fine e sentirci tutti parte di un sistema circolare ? “E’ necessario investire risorse finanziarie, unire le volontà e passare dalle mere dichiarazioni a decisioni chiare e incisive”. Chi l’ha detto, il governo italiano oltre la campagna promozionale? No. Papa Francesco.

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Categories: Economia e Imprese