Le prospettive economiche della Cina diventano favorevoli grazie al forte sostegno politico. Euler Hermes prevede ora che l’attuale rallentamento si esaurirà durante la seconda metà dell’anno e che la crescita rimarrà solida rispetto a USA ed Eurozona (+7,9% e +5,2% nel 2021 e 2022, rispettivamente). Un maggiore impulso fiscale a livello regionale finanziato dall’emissione di obbligazioni speciali dovrebbe aiutare i governi locali a stimolare gli investimenti pubblici. Inoltre, i costi di finanziamento dovrebbero rimanere bassi a causa dell’elevata liquidità a livello di sistema. Il rapido sviluppo economico della Cina e il ruolo dominante nel commercio globale hanno stimolato un sistema finanziario in rapida evoluzione con un mercato dei capitali sempre più diversificato e accessibile. La graduale eliminazione dei controlli sui capitali ha già attratto una quota crescente di investimenti esteri. Anche gli investitori istituzionali a lungo termine, come le compagnie assicurative, hanno ampliato la propria presenza in Cina a fronte di esposizioni crescenti nelle economie dei mercati emergenti ad alta crescita, sebbene con un’esposizione diretta limitata in valuta locale. In questo contesto, tre classi di attività sono le più interessanti per gli investitori stranieri: debito sovrano in valuta locale, società con rating elevato e azioni.
La bassa volatilità, i fondamentali solidi e la stabilità dei tassi di cambio hanno reso il debito sovrano cinese sempre più attraente sia per gli investitori locali che per quelli stranieri. La Cina è di gran lunga il più grande fornitore di obbligazioni sovrane dei mercati emergenti in termini di importi in essere e l’accesso al mercato per gli stranieri è limitato. Gli analisti si aspettano che i rendimenti sovrani rimangano vicini ai livelli attuali nel contesto del recente cambiamento di politica del governo cinese. Sebbene le caratteristiche di prezzo delle azioni dei rendimenti CNY a lungo termine siano simili a quelle del debito sovrano nelle economie avanzate, comportano significativi rischi politici e valutari.
Durante la pandemia, il CNY si è apprezzato rispetto alla maggior parte delle valute dei mercati sviluppati, il che ha anche provocato effetti di ricaduta positivi sui paesi vicini alla Cina, le cui valute hanno sovraperformato le valute di altri mercati emergenti. Storicamente, il mantenimento di una valuta stabile è stata una priorità politica per lo sviluppo di un regime di tassi di cambio accessibile e prevedibile man mano che il CNY si evolve in una valuta globale. Gli analisti prevedono un continuo apprezzamento strutturale del CNY nel corso del 2022, anche se a un ritmo più lento a causa di un orientamento monetario più accomodante. Nel complesso, un significativo intervento del governo e controlli sui capitali impedisce ancora la piena convertibilità del CNY, il che implica un rischio valutario strutturalmente più elevato rispetto ad altri paesi emergenti con regimi di cambio flessibili.
Il credito societario è stato al centro delle recenti turbolenze di mercato che circondano le sfide in corso nel settore immobiliare. L’effetto combinato del giro di vite normativo della Cina e dell’eccessiva leva finanziaria nel settore immobiliare e nelle industrie correlate ha accelerato i default sia nel mercato del credito in dollari che nei mercati CNY onshore. Tuttavia, i prezzi in entrambi i mercati sono stati resilienti, il che può essere spiegato da una base stabile che comprende in gran parte investitori istituzionali locali. Inoltre, dal momento che il mercato del credito onshore non è completamente accessibile agli investitori stranieri, quelli locali tendono ad acquistare e detenere fino a scadenza. L’orientamento accomodante della Banca Centrale sembra spiegare la maggior parte della performance azionaria (simile al credito societario), mentre i tassi di interesse e di cambio svolgono solo un ruolo minore. Pertanto, l’orientamento monetario attuale sembra essere vantaggioso per le azioni cinesi in futuro.
Le crescenti tensioni geopolitiche e le sfide interne hanno recentemente pesato sul sentiment degli investitori in mezzo a dinamiche incerte del virus e relative misure politiche. Le continue restrizioni governative e il rischio di un nuovo conflitto commerciale con gli USA portano sempre potenziali effetti negativi sulla fiducia. Tuttavia, nel lungo periodo le politiche delle autorità cinesi sotto il programma di promozione “Prosperità Comune” suggeriscono una crescita più lenta ma più sostenibile e meglio distribuita. Gli obiettivi includono la riduzione dei rischi finanziari (ad esempio, nel settore immobiliare), la riduzione dei divari socioeconomici tra aree rurali e urbane e classi di reddito e l’intensificazione degli sforzi verso gli obiettivi climatici. Particolare attenzione va sempre posta sugli shock commerciali, recano sempre un effetto particolarmente dannoso sulla performance dei mercati azionari. Storicamente, gli annunci negativi relativi alla disputa commerciale con gli USA hanno in media portato a un calo dell’1% della capitalizzazione di mercato totale delle imprese cinesi. E se ora il conflitto si spostasse su un campo puramente valutario?