Condividi

Economia italiana ed euro arretrano, il Ftse Mib perde quota 19mila

Secondo Banca d’Italia il Pil rischia di chiudere il 2018 sotto l’1% mentre l’euro perde terreno sul dollaro e l’indice Ftse Mib scende sotto quota 19 mila chiudendo la giornata di Borsa in perdita (-0,72%) – Male l’auto e deboli quasi tutte le banche – In controtendenza Poste, Terna, Mediobanca e Recordati.

Economia italiana ed euro arretrano, il Ftse Mib perde quota 19mila

Il rallentamento dell’economia globale che parte dalla Cina e passa per l’Europa con la Francia sotto scacco politico, la Brexit e i problemi dell’Italia, spaventa i mercati mondiali. Dopo le perdite delle Borse asiatiche, Wall Street al momento registra cali superiori al 1% e i listini continentali chiudono in rosso. Nel dettaglio: Francoforte -0,54%; Parigi -0,88%; Madrid -0,45%; Londra -0,5%; Zurigo -1,1%.

Piazza Affari arretra dello 0,72% e scende nuovamente sotto la soglia dei 19mila punti (18.910 punti), appena riconquistati ieri. Le vendite sono spalmate su tutti i settori, auto, banche, industriali, petroliferi. I titoli peggiori del Ftse Mib sono Pirelli -2,63%; Tenaris -2,25%; Banca Mediolanum -2,2%; Ferrari -2,23%; Brembo -2,22%. Si fermano  ancora in rialzo le utility con Terna +0,98% e A2a +0,84%. Fra i finanziari si apprezzano anche oggi Mediobanca +0,9% e Poste +0,93%. Bene Recordati +0,7%. Fuori dal listino principale continua il tracollo di Stefanel, -9,38%, mentre Ovs, con un guizzo pomeridiano, risale del 10,29%.

L’obbligazionario italiano stenta nella mattinata, ma poi trova la giusta intonazione dopo le indiscrezioni su quanto Mario Draghi avrebbe detto ai leder europei e cioè che sull’economia del blocco “c’è continua fiducia, con crescente cautela”. Il rendimento del Btp 10 anni scende al 2,95% e lo spread con il Bund arretra a 269.50 punti base (-0,55%). C’è un cauto ottimismo sull’esito della trattativa per la manovra di bilancio, mentre il ministro Giovanni Tria è ancora a Bruxelles.

A raggelare gli investitori però sono i tanti venti freddi che spirano sulla crescita globale. In Cina la produzione industriale a novembre è salita al passo più lento di quasi tre anni (+5,4% annuo) e le vendite al dettaglio sono state le più deboli dal 2003 (+8,1%). Gli indici Pmi europei di dicembre sono risultati in calo, ai minimi da quattro anni. In particolare quello francese è sceso sotto la soglia di 50 punti che separa contrazione ed espansione. Il comparto auto ha registrato ancora un dato deludente nelle vendite, scese in Europa dell’8,1% il mese scorso; in linea Fca, che ha perso l’8% di immatricolazioni. La Banca centrale intanto taglia la stima del pil italiano 2018 all’1% e valuta che resterà intorno a questa percentuale per i prossimi tre anni. E attenti al debito: questo è salito di 100 milioni al giorno in ottobre, 3,2 miliardi in più rispetto al mese precedente, per la ciclopica cifra totale di 2.334,4 miliardi di euro. Qualche dato positivo arriva dagli Stati Uniti, dove le vendite al dettaglio e la produzione industriale hanno battuto le attese degli analisti.

Le notizie deprimono l’euro, che scivola in area 1,129 contro il dollaro. Fa anche peggio la sterlina, con Theresa May che non sembra trovare grandi margini di trattativa per migliorare l’intesa sulla Brexit. Si muovono in calo le materie prime. Il petrolio tipo Brent scivola dell’1,99% a 60,23 dollari al barile; l’oro si restringe appena in zona 1240 dollari l’oncia.

Commenta