Tra luci e ombre, l’economia italiana ha mostrato la sua resilienza nel 2022. “La crescita del Pil registrata nel 2022 dall’economia italiana (+3,9%) ci restituisce una fotografia di un paese in grado di rimboccarsi le maniche, nonostante l’aumento del prezzo dell’energia e la spinta inflazionistica. Le prospettive di crescita per il 2023, però, non sono così rosee: si parla di un azzeramento del Pil, una frenata al +0,6% rispetto al 2022. È necessario agire subito per ribaltare questa prospettiva e preservare la crescita”. Lo ha detto Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, nel corso della Conferenza “Il mondo nel 2023: sarà quiete dopo le tempeste? Scenari per le imprese, tra rischi e opportunità” promossa da Ispi, Assolombarda e Sace, sottolineando che ci sono tre temi prioritari su cui bisogna intervenire.
Energia, lavoro e innovazione: le priorità secondo Assolombarda
Ci sono priorità su cui bisogna intervenire secondo il numero uno di Assolombarda “per tutelare il tessuto produttivo del territorio, il motore della crescita dell’intero Paese”. E sono: energia, lavoro e innovazione. Per quanto riguarda l’energia, ciò che serve “è sviluppare una vera politica energetica. La strada verso la decarbonizzazione è tracciata, ma dobbiamo andare avanti senza pregiudizi con la neutralità tecnologica attraverso l’uso di un mix di fonti: dall’utilizzo delle rinnovabili a quello dell’idrogeno, dalla messa in funzione di termovalorizzatori e rigassificatori fino alla ripresa degli studi sul nucleare”. Poi la richiesta al Governo: “Abbassare la soglia di vendita dell’energia stabilita dall’energy release per rendere il prezzo competitivo con gli attuali valori di mercato”.
Serve molto di più sul lavoro. Per Spada, “bisogna agire rapidamente sui salari, specialmente ora che l’inflazione sfiora il 12%. Non smetteremo mai di chiedere una vera riduzione del cuneo fiscale pari a 16 miliardi: è l’unica strada per colmare il gap con l’Europa rispetto alla quale abbiamo una differenza di 12 punti percentuali a svantaggio dei salari italiani. Il taglio del cuneo fiscale vale per tutti i lavoratori più fragili e in particolare per i giovani, per i quali abbiamo proposto una fiscalità agevolata al 5% per i primi cinque anni di attività lavorativa”.
E infine c’è l’innovazione. “In particolare, gli strumenti di Industria 4.0, leve essenziali di crescita. Purtroppo, la legge di Bilancio 2023 non è stato in grado di reperire le risorse necessarie a rifinanziare il Piano Industria 4.0 e abbiamo assistito a un depotenziamento di molti strumenti utili. Sappiamo che il Governo si è impegnato a reperire le risorse e che è in corso una trattativa con l’Unione europea rispetto alla possibilità di utilizzare i fondi complementari del PNRR a tal fine: speriamo che il via libera possa arrivare il prima possibile”, ha concluso il presidente Spada.