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Economia italiana a due velocità: record per il turismo, bene servizi e costruzioni, male l’industria

Secondo l’analisi di Ref Ricerche, nel secondo trimestre del 2024 l’Italia mostra una crescita modesta con un Pil in lieve aumento, sostenuto principalmente dal turismo, che raggiunge un record storico. Mentre l’industria fatica a decollare, i settori dei servizi e delle costruzioni tengono bene. I consumatori, nonostante il miglioramento del reddito, rimangono cauti

Economia italiana a due velocità: record per il turismo, bene servizi e costruzioni, male l’industria

Il secondo trimestre del 2024 ha rivelato un quadro economico italiano con luci e ombre, secondo l’ultima analisi di Ref Ricerche. L’Istat ha confermato una crescita modesta del Pil dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, che riflette una certa resilienza nonostante le sfide in corso. Il turismo si è rivelato un grande protagonista, grazie alla diminuzione dei viaggi all’estero da parte degli italiani e alla generosa spesa degli stranieri, spingendo il saldo turistico a un record storico di quasi 30 miliardi di euro. Mentre, l’industria e il settore abitativo affrontano difficoltà, con rallentamenti significativi, tengono i servizi e le costruzioni. Nonostante il miglioramento del reddito disponibile delle famiglie, grazie a salari più alti, inflazione in calo e crescita dell’occupazione, i consumatori rimangono ancora prudenti.

L’industria in difficoltà

Nonostante la crescita generale, il settore industriale continua a soffrire. Il valore aggiunto dell’industria manifatturiera è sceso dell’1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% su base annuale. Questo trend negativo persiste dal 2022, alimentato da una crisi energetica prolungata, una domanda spostata verso i servizi post-Covid e l’impatto degli aumenti dei tassi d’interesse. Le difficoltà dell’industria sono amplificate dalla debolezza dei consumi di beni e dalla frenata delle esportazioni, aggravate dalla debolezza economica di grandi Paesi europei come la Germania.

La produzione industriale mostra contrasti significativi: mentre l’automotive e il sistema moda (tessile e pelletteria) faticano, settori come carta, metallurgia e chimica registrano una ripresa parziale, sostenuta dal calo dei costi di produzione. Anche l’industria alimentare e delle bevande ha tenuto bene, sostenuta dalla domanda estera.

Costruzioni e servizi: una nota positiva

Al contrario, le costruzioni continuano a crescere, sebbene a un ritmo rallentato rispetto ai trimestri precedenti, con una crescita del valore aggiunto dello 0,6% e del 10,6% su base annuale. Tuttavia, l’uscita dei generosi incentivi del Superbonus potrebbe frenare l’attività futura, anche se il continuo avanzamento dei lavori già avviati e delle opere del Pnrr offrirà un po’ di sostegno.

Tengono anche i servizi: il valore aggiunto è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, con andamenti positivi in commercio, trasporto, alloggio e ristorazione, stimolati dai flussi turistici. Anche i servizi di informazione e comunicazione hanno visto performance positive.

In generale, le indagini presso le imprese non segnalano cambiamenti radicali nel breve termine. L’umore delle imprese manifatturiere rimane deludente, mentre le aspettative per i servizi sono più rosee. Le imprese delle costruzioni, sebbene abbiano superato il loro picco massimo, continuano a mostrarsi ottimiste.

Prezzi e salari: un ritorno alla normalità?

Dopo un periodo di alta inflazione, i segnali di un “ritorno alla normalità” cominciano a emergere. I prezzi dell’energia stanno scendendo, e questo ha portato a un alleggerimento delle bollette per famiglie e imprese. Il calo dei prezzi dell’energia ha contribuito anche a un miglioramento della bilancia commerciale dell’Italia, con importazioni ed esportazioni che si avvicinano ai livelli pre-Covid.

L’inflazione sta rallentando, con un tasso sceso all’1% anno su anno, anche se i prezzi dei servizi continuano a crescere più lentamente a causa della domanda vivace e dell’aumento dei salari. Proprio i salari, dopo un periodo di stagnazione, stanno iniziando a recuperare, con aumenti tra il 3% e il 4%, anche se ancora lontani dai picchi inflazionistici recenti.

Domanda di lavoro e occupazione: un panorama variegato

La domanda di lavoro continua a crescere a ritmo sostenuto, con un incremento dell’1,6% delle ore lavorate rispetto all’anno scorso. Tuttavia, la crescita dell’occupazione potrebbe incontrare limiti a causa della riduzione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni), particolarmente con l’aumento dei sessantenni in uscita dal mercato del lavoro.

L’occupazione è stata sostenuta dai contratti a tempo indeterminato e dal lavoro autonomo, che ha visto una ripresa dopo un lungo periodo di stagnazione. Di conseguenza, l’aumento degli occupati recenti ha rapidamente ridotto il numero di disoccupati, con un conseguente calo del tasso di disoccupazione. Nonostante il trend positivo, la stabilizzazione dell’offerta di lavoro e la riduzione del numero di disoccupati sollevano interrogativi sulla sostenibilità di questa crescita.

Le famiglie tirano il fiato, ma i consumatori restano cauti

Nel 2024, il reddito disponibile delle famiglie italiane sta migliorando grazie all’aumento dei salari, al calo dell’inflazione e all’aumento dell’occupazione. Tuttavia, nonostante il miglioramento delle condizioni economiche, i consumatori rimangono cauti. La spesa delle famiglie è in rallentamento e il clima di fiducia, sebbene positivo, non ha ancora spinto a un cambiamento significativo nelle aspettative di spesa. Molte famiglie continuano a ridurre i risparmi o a indebitarsi, segnalando una prudenza persistente.

Nel secondo trimestre, i consumi hanno mostrato una crescita modesta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e una contrazione dello 0,2% rispetto allo scorso anno. I servizi hanno recuperato (+1,3%), ma i beni di consumo sono diminuiti, in particolare i beni non durevoli, mentre quelli di beni durevoli e semidurevoli si mantengono stabili. La spesa alimentare ha visto una contrazione, con famiglie che faticano a far fronte agli alti prezzi.

Investimenti immobiliari in frenata

Gli investimenti immobiliari, invece, hanno mostrato segnali di rallentamento. Nel secondo trimestre, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti solo dello 0,3%, con una stagnazione negli investimenti in costruzioni (+0,1%) e una ripresa moderata degli investimenti in impianti e macchinari (+1,1%). Il settore abitativo ha subito una contrazione dell’1,1%, principalmente a causa della riduzione dei benefici fiscali del superbonus, che ha visto un drastico calo nella sua applicazione. Tuttavia, gli investimenti in fabbricati non residenziali e in impianti e macchinari mostrano segni di vivacità, grazie alla ripresa degli investimenti pubblici e alla spinta del Piano “Transizione 5.0”.

Esportazioni in frenata, turismo in crescita

Le esportazioni italiane stanno tirando il freno, con un rallentamento dell’1,5% rispetto al trimestre precedente. Le esportazioni verso la Ue sono scese del 2,4%, mentre quelle verso i mercati extra-Ue sono calate dell’1,2%. I settori dei mezzi di trasporto e dell’abbigliamento tessile sono particolarmente in difficoltà, mentre l’industria chimica, farmaceutica e alimentare fa segnare performance più brillanti. Anche le importazioni hanno registrato una contrazione, ma meno marcata rispetto alle esportazioni, segnando la quarta flessione consecutiva, principalmente a causa della debolezza del ciclo industriale e della diminuzione dei consumi delle famiglie.

Il turismo ha invece beneficiato dell’aumento delle spese turistiche degli stranieri. Mentre gli stranieri hanno continuato a spendere generosamente, gli italiani hanno ridotto i viaggi all’estero, portando il saldo dei viaggi turistici a un record storico di quasi 30 miliardi di euro all’anno.

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