Chiusura di anno a braccetto con la green economy per la Lombardia, che ha staccato tutte le altre regioni per qualità e quantità di investimenti in settori ad alto contenuto ecocompatibile. La conferma arriva dalla classifica stilata dalla Fondazione Symbola che ai primi tre posti colloca Lombardia, Veneto ed Emilia. Poche emissioni di Co2, investimenti in modernizzazione e innovazione dei cicli produttivi con quasi tutte le province lombarde a battere i ritmi della scalata green.
Banche ed investitori, quindi, a sostenere gli sforzi degli industriali che cercano di stare il più possibile nei parametri antinquinamento. I numeri della classifica ,cui ha collaborato Unioncamere, certificano 63.170 aziende in Lombardia, 35.000 in Veneto, 30.020 in Emilia, 29.500 nel Lazio. Il totale italiano fa 355 mila. Un dato di rilevo europeo cresciuto negli ultimi 12 mesi. A mettere soldi nell’economia green – non ancora del tutto circolare – è prevalentemente il manifatturiero.
Nelle strategie di medio periodo e di ingresso in nuovi mercati, le produzioni pulite segnano un margine di competitività crescente. Non sono poche le industrie italiane che nel mercato europeo devono fare i conti con principi e norme di sostenibilità ambientale. I loro bilanci insieme alle certificazioni hanno creato un giro d’affari di grande interesse. Se non hai le carte in regola il mercato non ti consente di vivere a lungo.
Il riflesso interno ai cicli di produzione è rappresentato dal settore della ricerca e sviluppo , dove si scopre che nel 2017 l’Italia ha raggiunto una media di investimento del 27%. Dal punto di vista dello squilibrio territoriale , interessante anche la competizione di Milano con Roma. Nonostante la scarsa incisività delle azioni dell’amministrazione Raggi, nel segmento delle industrie che riducono gli impatti ambientali in house, l’apparto produttivo della capitale supera Milano.
Uno sforzo sostenuto prevalentemente da investimenti diretti e crediti che attesta 22.300 aziende nel milanese contro le 22.700 di Roma. Nel raffronto più esteso, le due grandi città del Sud – Napoli e Bari- sono molto indietro, sebbene con apparati industriali più deboli. Per tornare in Lombardia anche nella classifica per Province la Regione ha più punti di tutti. Monza- Brianza, Varese, Pavia, Mantova, Como, sono al top con centinaia di industrie attive. Magari chi è rimasto indietro si darà da fare.