Seduta debole e chiusura in calo per Piazza Affari, che oggi è fra le peggiori in Europa -0,53%, 21.080 punti, insieme a Madrid -0,6%. Nel finale tutti i listini soffrono il cambio di passo di Wall Street, che dopo un avvio ben intonato, balla ora sulla linea della parità. Parigi -0,09%, con EssilorLuxottica che cede il 2,64% a causa delle liti fra i soci e dopo che Delfin ha chiesto un arbitrato; Francoforte +0,08%. In rialzo Londra +0,58%.
L’incertezza resta la nota dominante di queste sedute, a causa dei segnali di rallentamento, delle tariffe commerciali (con le trattative in corso a Pechino), della Brexit. Sul fronte macroeconomico il Pil Usa del quarto trimestre 2018 è stato rivisto al ribasso: +2,2%, contro +2,6% atteso.
Le preoccupazioni sono maggiori nella zona euro con il deludente dato preliminare sull’inflazione tedesca a marzo: +0,4% rispetto a febbraio e +1,3% su base annua. L’agenzia di rating S&P Global inoltre taglia le previsioni 2019 per l’area della moneta unica: +1,1% da +1,1% stimato a dicembre, a causa soprattutto dal rallentamento di Germania e Italia. Il Belpaese è sempre il peggiore: +0,1%, da +0,7% stimato precedentemente. Secondo Christine Lagarde, direttore generale del Fmi, l’area euro ”è più preparata” e più “resistente di 10 anni fa” nel caso di un’inattesa tempesta economica, “ma non è abbastanza resistente. Il sistema bancario è più sicuro, ma non abbastanza sicuro”. L’euro resta debole sul dollaro, con il cambio attorno a 1,122. Va giù invece la sterlina (0,857), mentre domani è all’ordine del giorno un nuovo dibattito alla Camera dei Comuni sull’accordo per la Brexit già bocciato due volte dai deputati. Theresa May offre le sue dimissioni e cerca di ottenere un voto di ratifica, sperando di avere una maggioranza.
Petrolio in ribasso, mentre Donald Trump scrive su Twitter: “È molto importante che l’Opec aumenti il flusso di petrolio. I mercati mondiali sono fragili, il prezzo del greggio sta diventando troppo alto! Grazie”. Brent -0,95%, 66,6 dollari al barile. Wti -0,89%, 58,88 dollari al barile. Oro in picchiata a 1289,35 dollari l’oncia (-1,5%).
I rialzi e i ribassi sul Ftse Mib: le blue chip migliori sono Juventus +1,79%; Leonardo +1,48%; Diasorin +1,3%; Mediobanca +1,1%. Male Stm, -3,52%, che incrementa le perdite della vigilia; Recordati -3,46%; Banco Bpm -2,33%; Fca -2,05%, mentre sembra svanire un futuro con Renault.
Stabile l’obbligazionario. Il rendimento del decennale italiano è al 2,48%; in leggera flessione lo spread con il Bund, a 254.10 punti, -0,74%. Sul primario il Tesoro ha assegnato stamani tutti i 6,5 miliardi di euro di Btp a medio-lungo termine offerti in asta, ma il tasso sulla scadenza a 5 anni ha segnato un deciso rialzo all’1,71% dall’1,59% del collocamento precedente. Il tasso sul Btp a 10 anni è invece calato al 2,61% dal 2,81%. La domanda complessiva per i Btp ha superato gli 8,7 miliardi. Venduti anche Ccteu per un miliardo di euro al tasso dell’1,83%.
Maria Teresa Scorzoni, thank you for this post. Its very inspiring.