Gomma riciclata? Una sfida per la ricerca a livello internazionale con progetti sempre più spinti. Le case di pneumatici presenti sul mercato europeo si sforzano di stare dentro le indicazioni della strategy sul recupero. Gli pneumatici delle automobili a fine vita sono un business consolidato. In Europa, la Società Ecopneus è nata senza scopo di lucro per rintracciare, raccogliere e trattare i pneumatici fuori uso. L’italiana Pirelli è tra i soci fondatori e le gomme recuperate finiscono in aree gioco per bambini, campi in erba artificiale, aiuole spartitraffico. ll sistema del riciclo, per non vedere copertoni abbandonati nei posti più impensabili, si autoalimenta e sperimenta nuove soluzioni tecnologiche. Gli pneumatici all’origine, sono il risultato di una mescola di più sostanze: gomma naturale, petrolio, zolfo, nero di carbonio, silice, oli. Sono componenti molto dannosi per l’ambiente che vanno, dunque, recuperati. È la buona regola di passare da rifiuti a risorsa. Sul riciclo di tutti i tipi di rifiuti l’Italia è ben posizionata. E farà ancora meglio quando si costruiranno nuovi impianti.
La gomma riciclata altro successo Enea
L’ultima importante innovazione di riciclo di settore viene da una collaborazione tra Enea e Università di Brescia. I ricercatori nel moderno laboratorio bresciano hanno ottenuto una gomma riciclata adatta per produzioni industriali o antivibranti. Un materiale nuovo, sintesi tra due settori dissimili tra loro: acciaio e gomma. Entrambi i materiali sono al centro di programmi europei di economia circolare, per cui l’intuizione italiana sta suscitando grande interesse. Ma cosa è avvenuto in laboratorio che può essere sfruttato su scala industriale ? Una lavorazione a freddo, senza l’aggiunta di additivi, ha prodotto fogli di gomma dello spessore di 1 millimetro. L’inizio è promettente per l’economia italiana per grandi e piccole aziende. “Con questo lavoro gettiamo le basi per concretizzare un’azione di simbiosi industriale tra due settori in una Regione come la Lombardia” spiega Marco La Monica, economista del Laboratorio ENEA. In Lombardia si trovano, infatti, i maggiori produttori di acciaio da forno elettrico e, di conseguenza, ingenti quantità di scoria da valorizzare. Sul territorio è stata fatta un’analisi dei settori produttivi per comprendere i flussi simbiotici tra aziende di settori diversi. Il passaggio in produzione permetterà di scindere il legame chimico con lo zolfo presente nella gomma a fine vita. Le scorie di acciaio con elementi tossici come il cromo, il molibdeno e il vanadio, saranno molto ridotti.
Il recupero della gomma è a vantaggio dell’ambiente
“Per valutare le proprietà di questo nuovo materiale, abbiamo unito all’ingrediente base, la polvere di pneumatico, quantità di scorie di acciaio e abbiamo riscontrato una riduzione del coefficiente di attrito e un aumento della rigidezza” aggiunge Anna Gobetti, assegnista post-doc dell’Università di Brescia. Il riutilizzo della scoria- metalli pesanti- è sicuramente un’operazione a vantaggio dell’ambiente e della qualità del territorio. D’altra parte proprio Brescia ( chiamata al voto di domani 14 maggio) secondo l’Agenzia europea dell’ambiente ha una media altissima di polveri sottili ed è al 358esimo posto su 375 città prese in esame. Il fine vita degli pneumatici e le scorie nere di acciaieria alimenteranno circuiti di economia sostenibile in un’area che conta anche un’alta occupazione. I ricercatori, in fondo, hanno messo insieme due filiere produttive per avere un prodotto avanzato e a basso tasso di nocività. Per l’acciaio, l’Italia è il Paese leader in Europa con 20,4 milioni di tonnellate prodotte. Le scorie nere sono circa il 10-15% della produzione complessiva. Quanto agli pneumatici, ogni anno in Italia vengono utilizzate circa 435 mila tonnellate di pneumatici, informa l’Enea. Soltanto il 20%, però, viene rigenerato per nuovi utilizzi nel settore della mobilità. 350 mila tonnellate vengono usate per altri impieghi come il recupero energetico nei cementifici e la produzione di energia. Un 25 % delle gomme per auto, purtroppo, viene disperso nell’ambiente, talvolta bruciato all’aria aperta in luoghi senza controllo, trasformandosi in un pericolo per l’ambiente. Va richiamata anche la responsabilità dei singoli cittadini al corretto smaltimento. A qualcuno viene in mente che si stanno bruciando soldi ?