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Economia circolare: l’Italia cresce in Europa. Un premio accende la gara tra Enti locali e imprese

Entro novembre le candidature per il premio “Verso un’economia circolare”. Una competizione tra enti locali e imprese per un riconoscimento molto ambito

Economia circolare: l’Italia cresce in Europa. Un premio accende la gara tra  Enti locali e imprese

Quando in un Paese come l’Italia si dice economia circolare, bisogna essere pragmatici. Gli inganni non hanno vita lunga e basta questo per dire che istituzioni o imprese che vogliono lavorare per un economia senza sprechi hanno molte occasioni per dimostrarlo. Molto meglio se le loro campagne fanno il paio con gli investimenti.

In base agli indicatori della Commissione europea sul tasso di riciclo, l’Italia è tra i primi cinque Paesi europei insieme a Germania, Francia, Polonia e Spagna. Il sistema migliora, nonostante la carenza di infrastrutture, il deficit di interventi specifici in alcune zone del Paese e certe cattive abitudini dei cittadini. Per dimostrare di essere pragmatici, riconosciuti e premiati, enti locali e aziende fino a novembre hanno l’opportunità di partecipare a un premio che vuole distinguersi da tutte le altre manifestazioni celebrative di successi: è il premio “Verso un’economia circolare”.

Il titolo dice già molto, ma la Fondazione solidaristica Cogeme ha organizzato l’edizione 2024 con soggetti tra i più sensibili agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Tra gli organizzatori ci sono, infatti, il Kyoto Club, l’Università di Brescia e la Cattolica di Milano, l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, gli uffici della Regione Lombardia, la Fondazione Cariplo. E’ un premio che vuole riconoscere l’eccellenza a chi ha messo in campo cose vere, “realizzato, avviato, o anche solo approvato e autorizzato progetti, attività e/o servizi riferibili agli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 dell’Onu”. Il catalogo di manifestazioni italiane che esaltano attività di economia sostenibile è vasto, tanto più quanto il sigillo green serve a conquistare mercati o consensi. Può accadere anche qui tra sei mesi quando si conosceranno i vincitori. Il fine è di far conoscere buone pratiche di sostenibilità “oltre che valorizzare quanto già di positivo si sta facendo a livello di sistema pubblico e privato”. Le domande di partecipazione possono essere inviate entro il 25 novembre e gli ambiti di competizione sono due: enti locali e mondo dell’impresa. La Fondazione Cogeme è impegnata su queste tematiche e ai vincitori a marzo consegnerà soltanto una targa. Sarà un icona veritiera per ognuna delle due categorie.

Creare nuove filiere di riciclo

L’Italia è il secondo Paese manifatturiero dell’Ue e in una fase convulsa come quella che stiamo attraversando per l’importazione di materie prime, l’aumento dei costi di energia, gli squilibri strutturali, il dibattito sul Green deal europeo, deve ridurre i fattori economici instabili incentivando le filiere di recupero e di riutilizzo dei materiali. Il peso economico degli sprechi e dei ritardi prima che sul bilancio dello Stato pesano sui fatturati delle imprese, hanno un costo sociale molto alto. Tra i meriti del Premio c’è sicuramente l’aver messo in gara i due pezzi essenziali dello Stato – istituzioni e imprese – che prima di partecipare dovranno chiedersi se sono davvero in possesso dei requisiti per ricevere la targa. Essere bocciati è una grande seccatura e nessuno dei due concorrenti dovrebbe meritare il segno meno. Lo sapremo nel 2025.

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