Travolto dallo scandalo manipolazioni, il tasso Libor è a pezzi e ha bisogno di un ripensamento radicale. Ma non sarà archiviato. Oggi Martin Wheatley, direttore della Financial service authority (Fsa), l’organismo che controlla i mercati britannici, ha illustrato a Mansion House le raccomandazioni preparate per il governo di David Cameron (e contenute in un report pubblicato questa mattina).
Si tratta della più grande trasformazione del Libor da quando è stato introdotto nel 1986. A partire da chi eserciterà il controllo su un tasso che è alla base di numerosissime transazioni finanziare stimate dalla londinese Financial Service Authority (Fsa, analoga alla nostra Consob) in almeno 300miliardi di dollari nel mondo. Così il Libor, nella proposta, non sarà più sotto il controllo della British Bankers’ Association (Bba) che lo ha lanciato ma sarà in capo direttamente alla Fsa.
Wheatley chiede poi anche sanzioni civili e penali per chi dovesse sbagliare. Il tasso continuerà a dipendere dalle stime giornaliere di un panel di banche ma la responsabilità verrà affidata a un’irganizzazione indipendente (tra le interessate ci sarebbe Thomson Reuters). Il tasso verrà poi semplificato tramite l’eliminazione di diverse valute (tra cui dollaro australiano, canadese e neozelandese così come la corona danese e svedese) e di tassi poco utilizzati (riducendoli da 150 a 20).
L’obiettivo è rendere il Libor il più possibile vicino alla realtà perché determinato da transazioni osservabili, togliendolo al campo della discrezionalità e aprendolo a più attori (solo 16 banche indicavano il tasso a cui ottenevano i finanziamenti in conflitto di interesse con le remunerazioni dei trader). Per Wheatley il Libor ha bisogno di responsabilità collettiva per funzionare e deve tornare a fare quello per cui è nato “piuttosto che quello che trader e individui senza scrupolo vogliono che faccia”.
Allegati: wheatley_review_libor_finalreport_280912.pdf