Il Dieselgate travolge Volkswagen, ma quali sono le conseguenze concrete per i consumatori, europei ed italiani? Come si deve comportare chi dal 2009 in poi ha comprato un’auto col motore 2.0 Tdi EA 189, ovvero quello su cui è installato il software illegale all’origine dello scandalo?
Innanzitutto, il consumatore italiano è tenuto a sapere che rimettere in regola la propria automobile è un’operazione assolutamente gratuita: se si possiede un’auto inserita nella lista nera, gli interventi per adeguarla alle normative saranno interamente a carico di Volkswagen.
Non si sa ancora con quali modalità, ma dovrà per forza essere così. E conviene anche aspettare che la Volkswagen si muova per il richiamo, perché al momento rivendere quelle auto sarà molto difficile, a meno di accettare un forte “taglio” rispetto alle valutazioni. Detto questo, la storia insegna che i massicci richiami del 2009 di Toyota e General Motors non ebbero conseguenze a lungo termine sul valore residuo dei modelli.
Come comportarsi dunque se si decide (saggiamente) di non vendere, in attesa della revisione? Il consumatore sappia che nel frattempo non rischia alcuna multa: le auto con la centralina “truccata” risultano infatti perfettamente legali e omologate. Nessuno può dunque multare chi le guida.
Per sapere se la propria centralina è truccata basta sapere che le vetture pre-Euro 5 (vendute fino al 2009) e quelle omologate Euro 6 – ovvero tutte quelle commercilizzate dal 1° settembre 2015 in poi, sono in regola: Golf, Passat e Touran di ultima generazione non hanno questo problema. In ogni caso, Volkswagen ha già fatto sapere che i clienti in possesso di un’auto con motore EA 189 saranno contattati singolarmente. Non si corre dunque il rischio di rimanere inconsapevoli.
Giova comunque sapere che il problema non vale solo per le automobili Volkswagen, che è la casa madre di diversi altri marchi piuttosto popolari, tra qui Audi, Seat e Skoda. In ogni caso le conseguenze sul mercato europeo potrebbero paradossalmente essere positive: c’è infatti chi prevede che Volkswagen, per non perdere quote di mercato in seguito allo scandalo, attui politiche di prezzo molto aggressive, alle quali anche gli altri marchi dovranno poi adeguarsi.