Non è la prima volta che Bernie Ecclestone, sovrano assoluto della Formula 1, si ritrova a staccare assegni milionari. In questo caso, però, il pagamento sarà più amaro: i 100 milioni che sta per sborsare serviranno infatti a chiudere il processo che lo vede imputato per corruzione. L’accordo per il patteggiamento è arrivato venerdì scorso ed è stato accettato sia dai legali di Ecclestone sia dalla procura di Monaco di Baviera. Manca solo il via libera del giudice Peter Noll, che, nel caso di un (improbabile) rifiuto, riprenderebbe le udienze già da mercoledì.
Lo stesso Noll, d’altra parte, ha detto chiaramente che è impossibile andare avanti nelle indagini se non si ottengono informazioni più dettagliate sui 44 milioni di dollari che Ecclestone ha pagato a Gerhard Gribkowsky nel 2006. L’ipotesi dell’accusa era che i soldi fossero serviti a pilotare la cessione della quota nella Formula 1 della BayernLB – banca di cui Gribkowsky era presidente – al fondo d’investimento Cvc, che ora controlla il massimo campionato automobilistico.
Da parte sua, Sven Thomas, avvocato di Ecclestone, nega la colpevolezza del suo assistito: “E’ stato un pagamento senza nessuna convinzione – ha detto all’Indipendent -, la presunzione d’innocenza non cambia affatto. Il signor Eccleston vuole che il caso si chiuda in breve perché è diventato troppo pesante sopportare le accuse”.
Il legale ha poi ironicamente aggiunto che con quei soldi si sarebbe potuto costruire un altro bel circuito in Germania. La legge tedesca prevede che i processi possano essere fermati tramite un versamento in carità o al Tesoro se tutte le parti in causa sono d’accordo. Tant’è che già a giugno l’ufficio di Ecclestone aveva avanzato una proposta di pagamento, che però non fu accettata. Ora le circostanze sembrano cambiate e l’offerta milionaria – la più alta che lo Stato tedesco abbia mai ricevuto per un processo – è stata accettata dalle parti.
Se l’accordo andrà in porto, Ecclestone non rischierà più 10 anni carcere, né di perdere la sua posizione all’interno del consensus della Formula 1. L’83enne re dei motori non è certo nuovo a magre figure, ma alla fine se l’è sempre cavata. Tra i numerosi precedenti, è da ricordare il milione di sterline che nel 1997 regalò al Labour Party perché non si opponesse alle pubblicità delle sigarette durante i gran premi: in quell’occasione la donazione fu rispedita al mittente da Tony Blair.
Numerose, infine, le sparate infelici del magnate britannico: da “le donne sono apparecchiature domestiche” (nel 2000) a “Hitler era un uomo che portava a compimento le cose” (nel 2009), fino al recente endorsment per la legge anti-gay varata da Vladimir Putin.