Ebay compie vent’anni. Non sono pochi, per una realtà del web. Basti pensare che Youtube ne ha solo 10 e Facebook ne ha 11, mentre Google, colui che tutto move, avanza a passi leggeri verso la maggiore età, che compirà il prossimo 15 settembre.
Era il 3 settembre del 1995 quando il primo embrione di eBay vide la luce online, anche se all’epoca si chiamava AuctionWeb. A lanciarlo fu il programmatore Pierre Omidyar, come parte di un suo sito personale. Primo oggetto in vendita un puntatore laser, peraltro rotto, che fu acquistato per 14,83 dollari. Il nome eBay venne scelto due anni dopo e nel 1998 eBay sbarcò a Wall Street, con un ipo di grande successo.
Dalle aste, da quel puntatore laser rigorosamente rotto venduto per 14,83 dollari a un collezionista di puntatori laser rotti, sono passati vent’anni e almeno un paio di ere glaciali. Il mercatino delle pulci ora è diventato un grande magazzino e se agli inizi si andava a vendere i propri oggetti usati, qualcosa di dismesso o passato di moda, adesso a dominare la scena sono i negozi, che vendono oggetti nuovi e di prima qualità.
Del resto è un destino comune a molte grandi invenzioni, quello di cambiare, almeno in parte, la propria destinazione d’uso. Di nascere in un modo e diventare grandi in un altro.
E eBay, questo è certo, grande lo è diventata veramente: ad oggi il fatturato globale dell’azienda è pari a 83 miliardi di dollari e gli acquirenti attivi nel mondo sono 157 milioni sparsi in circa 200 paesi. Nel solo primo trimestre di quest’anno la quota vendite ha toccato i 20 miliardi di dollari.
Numeri da capogiro, così come i 168 milioni di dollari della vendita più alta mai registrata dalla piattaforma (per la vendita all’asta di uno yacht), ma che non bastano a raccontare il senso di una rivoluzione culturale destinata a imprimere il suo marchio permanente (anche se il logo di eBay è cambiato, un paio di anni fa) sul nostro modo di effettuare e concepire gli acquisti. Ciò che Ebay rappresenta e ha rappresentato, la creazione di una strada là dove una strada non c’era.
Una strada che oggi, vent’anni dopo, collega tutto il mondo nell’infinita teoria di negozi e negozietti online, in un settore da quasi 800 miliardi di dollaro all’anno. Una torta ricchissima, che alimenta una concorrenza sempre più feroce tra i colossi del web.
Giganti come Amazon e Alibaba, nati appositamente per l’e-commerce, ma anche Facebook e Google, che ambiscono a trasformarsi in enormi mercati digitali. Scalzare eBay, il mercatino delle pulci diventato grande magazzino, l’Harrods di internet, non sembra, però, un’impresa facile.