Giovedì 22 aprile è l’Earth Day, la Giornata della Terra, giunta alla 51 esima edizione. Per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta le Nazioni Unite hanno scelto una ricorrenza che cadesse ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, appunto il 22 aprile. Il tema green è sempre più sentito in ogni parte del mondo: a questo momento di riflessione e di strategia partecipano ormai 139 Paesi, tra qui l’Italia e l’Europa, che proprio sulla sostenibilità sta incentrando non solo gli obiettivi del Green New Deal ma anche e soprattutto gli aiuti del Recovery Plan, di cui proprio l’Italia è il primo beneficiario con oltre 200 miliardi di prestiti e sussidi. Più di 50 miliardi il nostro Paese li destinerà agli investimenti green, in una fase in cui già il 39% delle imprese, secondo un rilevamento di Unioncamere, assume personale con competenze green. Non solo: per circa 2,6 milioni di ingressi, il 79,3% delle entrate programmate dalle imprese italiane, la competenza green è ritenuta necessaria per svolgere la professione, e per il 38,3% del totale, pari a 1,2 milioni di entrate, il grado di importanza di questa competenza è considerato elevato.
Tra le varie iniziative collegate all’Earth Day citiamo quelle di due gruppi impegnati nell’energia, come Hera e Terna. La multiutility bolognese ridurrà del 37% le emissioni entro il 2030 rispetto al 2019, contribuendo così a contenere l’aumento della temperatura globale, in linea con l’Accordo sul Clima di Parigi. L’impegno di Hera punta in particolare all’obiettivo “Well below 2°C”, volto a limitare l’incremento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. Numerose sono le soluzioni messe in campo da Hera per privati e aziende per promuovere l’efficienza energetica, che si accompagnano a più ampie iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione volte a incentivare la riduzione dei consumi. Tra le azioni previste rientrano l’ulteriore espansione del teleriscaldamento, la riqualificazione energetica di edifici e l’avvio di iniziative per lo sviluppo dell’idrogeno come vettore energetico fino all’aumento dell’uso di energia elettrica da fonte rinnovabile per i consumi interni, che passerà dall’83% del 2019 al 100% già entro il 2023.
Per quanto riguarda il fronte interno, la multiutility emiliana ha già raggiunto nel 2020 un calo del 6,2% dei propri consumi energetici (rispetto al 2013) e si è posta come obiettivo di arrivare alla riduzione del 10% entro il 2030. Senza contare i progetti di water footprint per arrivare a ridurre del 25%, sempre al 2030, anche i propri consumi idrici (rispetto al 2017). Non è da meno Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, che lancia a sua volta il suo nuovo piano di riduzione della CO2: entro il 2030 si impegna a tagliare di circa il 30% rispetto ai livelli del 2019 le proprie emissioni inquinanti, per un valore pari a circa 460 mila tonnellate annue di anidride carbonica equivalente in meno in atmosfera. La centralità della sostenibilità nel business si concretizza nel piano industriale di Terna 2021-2025, nel quale il gruppo ha previsto 8,9 miliardi di euro di investimenti per lo sviluppo e l’ammodernamento della rete elettrica nazionale, il livello più alto mai previsto da Terna per il nostro Paese, e che in base ai criteri della Tassonomia Europea per il 95% sono considerati per loro natura sostenibili.
Da Enea arrivano infine tre progettiche prevedono l’utilizzo di comunità di microrganismi, per la rigenerazione sostenibile dei suoli. I primi risultati dei tre progetti SIMBA, SoilHUB e EJP SOIL sono stati pubblicati e presentati giovedì. I ricercatori dell’ENEA hanno sviluppato comunità di microbi benefici, quasi dei “cocktail” di batteri e funghi, mettendo insieme microrganismi promotori della crescita delle piante. “Questi consorzi microbici multifunzionali rappresentano un’alternativa sostenibile all’uso di pesticidi e fertilizzanti convenzionali, in quanto sono in grado di svolgere diverse funzioni, tra cui la fissazione dell’azoto e la solubilizzazione del fosforo nei terreni”, sottolinea Annamaria Bevivino responsabile Laboratorio ENEA di Sostenibilità. Altri due progetti riguardano le produzioni agricole in zone aride e semi-aride del mediterraneo (Italia, Giordania, Cipro, Grecia e Algeria). Infine, piante e batteri possono essere ottimi alleati per de-contaminare i suoli inquinati da attività estrattive.