Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite nel 1970 sull’onda di un movimento studentesco che in quell’anno, negli Stati uniti, aveva organizzato una grande manifestazione di protesta contro la fuoriuscita di petrolio in mare da un pozzo al largo della California. Un evento storico, i primi passi della coscienza ambientalista. Oggi si celebra in 175 paesi, quasi tutto il mondo, per ricordare a tutti la necessità di proteggere e salvaguardare l’ambiente, l’ecosistema e per uno sviluppo economico e sociale sostenibile per l’uomo e la natura.
Anche in Italia ci saranno tante manifestazioni, la principale si terrà a Roma il 22 aprile, a Villa Borghese e sulla Terrazza del Pincio, con il Concerto per la Terra, evento musicale con una notevole partecipazione di artisti, organizzato da Earth Day Italia, estensione nazionale del network internazionale Earth Day, insieme con il Movimento dei Focolari. Per saperne di più ne parliamo con Pierluigi Sassi, da 8 anni presidente di Earth Day Italia. Sono in piena fase esecutiva. La prossimità dell’evento rende frenetica l’attività di Sassi e per trovare il tempo si deve ricorrere a quello della cena. L’appuntamento è in un noto locale di Roma nei pressi di piazza Navona dove Sassi deve fare un intervento promozionale dell’evento durante un concerto dei Twins Father’s Band, gruppo musicale con un forte impegno sociale, composto da medici con la passione del rock che con un pizzico di ironia affrontano temi delicati. La band sarà anche protagonista in una serata del Villaggio per la Terra, il format tutto italiano per celebrare l’evento dedicato alla salvaguardia del nostro pianeta, per il momento sono il sottofondo della nostra chiacchierata. Da Sassi ne sapremo di più.
Cominciamo. Che edizione di Earth Day è quella di oggi?
“E’ la 49esima edizione. Earth Day nasce da un movimento studentesco che negli anni ’70 fece scendere in piazza 20 milioni di cittadini americani. Questa edizione è allietata da un nuovo movimento studentesco che finalmente alza la testa. I giovani sembravano narcotizzati dai social network e invece eccoli qua che rivendicano il diritto sacrosanto di avere un pianeta almeno come lo abbiamo avuto noi” attacca il presidente Sassi.
In Italia che edizione è?
“Abbiamo cominciato nel 2009 quindi festeggiamo i primi 10 anni. Da 4 abbiamo confezionato il format del Villaggio per la Terra. Prima eravamo un concerto, oggi siamo una vera e propria manifestazione ambientalista. Centinaia di organizzazioni partecipano attivamente alla creazione di questo villaggio che non è solo entertainment ma è un vero è proprio villaggio della sostenibilità”.
Il Villaggio per la Terra si svolgerà a Roma dal 25 al 29 aprile presso il galoppatoio di Villa Borghese e la Terrazza del Pincio. Cinque giornate di iniziative dedicate alla tutela del pianeta con dei focus sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e celebrati con corrispondenti piazze multimediali, ognuna con un calendario ricco e variegato di conferenze, video, workshop e laboratori.
L’edizione 2018 come è andata?
“E’ stato un vero e proprio trionfo. Abbiamo avuto 150 mila visitatori, 170 milioni di contatti maturati attraverso i media e oltre 620 eventi organizzati all’interno della manifestazione. Numeri che fanno capire quanto il tema ambientale sia sentito e quanto ci sia una parte della società che avverte l’urgenza di un cambiamento”.
Sassi, laurea con lode in Psicologia Sociale e Comunicazione di Massa alla Sapienza di Roma, tante esperienze lavorative per istituzioni, enti nazionali e nel volontariato con particolare attenzione verso i temi dell’economia sociale e della sostenibilità ambientale, lascia trasparire una certa soddisfazione.
Che farete?
“Quest’anno portiamo all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dei nativi, il tema degli indigeni. Nel 2019 Survival, che è l’organizzazione mondiale in difesa di tutti i nativi del mondo, compie 50 anni. E’ la custode di una grande verità. In questa società di mercato abbiamo completamente dimenticato l’equilibrio fra uomo e natura, messo totalmente da parte la bellezza di una ricchezza culturale che rischia di perdersi in ragione di un consumismo che ormai non dà più soddisfazione a nessuno.
“Un uomo dell’Amazzonia è felice, in armonia con la natura nonostante le infinite minacce alla sua cultura. Se pensiamo all’Amazzonia spesso la consideriamo solo per la foresta ma l’Amazzonia ha 390 culture, 240 lingue, all’interno di queste ci sono 100 culture che ancora non sono mai state contattate dalla civiltà avanzata, l’Amazzonia che tutti pensiamo essere un’esplosione naturale della natura, dove c’è il 20% dell’acqua potabile e il 10% della biodiversità naturale, in realtà è un progetto dell’uomo nella sua dimensione nativa. Cioè questi indigeni hanno una tecnologia naturale di progettare l’ecosistema che noi non sappiamo più dov’è. Quest’anno è l’anno delle lingue native dell’UNESCO, che tra l’altro è nostro ente patrocinatore e sull’Amazzonia si farà pure il sinodo della Chiesa” di slancio il nostro interlocutore continua “altro punto che affronteremo sarà quello dell’innovazione”.
Come può cambiare l’economia?
“Può cambiare cercando di far si che i processi di innovazione che oggi spingono il mondo dell’economia verso il cambiamento siano contaminati alla radice dai principi della sostenibilità. Se a un imprenditore che sta innovando gli dici, scriviamo insieme le regole di questa innovazione, ti faccio guadagnare ma ti faccio guadagnare anche in termini sociali e ambientali, quello è il momento magico in cui si può produrre il cambiamento quindi anche un’innovazione sostenibile” aggiunge poi “altro grande tema sarà quello della salute e del cambiamento climatico. Walter Ricciardi già presidente dell’Istituto Superiore di Sanità personaggio autorevolissimo a livello internazionale, autore della Carta di Roma, in cui lo scorso anno 500 ricercatori di tutto il mondo si sono riuniti per mettere a fuoco il legame ormai sempre più stretto tra salute e cambiamento climatico. Questo nostro evento è la prima ricaduta della Carta di Roma. Siamo orgogliosi di ospitarlo”.
Avete tante partecipazioni autorevoli anche sportivi.
“Abbiamo 35 Federazioni Sportive, i campionati nazionali di Tiro con l’Arco, campioni olimpici che vengono a dare testimonianze meravigliose come la Vezzali che ci ha aiutato fin da novembre in una campagna contro la violenza sulle donne per sottolineare come quella e la violenza sul pianeta hanno la stessa comune radice; una degenerazione, dalla bellezza della custodia alla bruttezza del possesso.
Le cose belle che abbiamo invece di godercele, di custodirle, di proteggerle, come fanno i nativi, vogliamo mettercele in tasca, nel cassetto, le possediamo poi le bruciamo, gli usiamo violenza. Madre terra e la donna finiscono sempre per essere bistrattate. Questa è una grande causa e le atlete si sono distinte per averla sposata”.
Andiamo avanti. Earth Day Italia, il Concerto per la Terra e il Villaggio hanno tante e prestigiose collaborazioni, patrocini, partecipazioni. Istituzioni, enti, associazioni, imprese culturali, economiche. Avete avuto un dialogo facile?
“Assolutamente no” dice con nettezza “ il tema della sostenibilità a livello di organizzazione aziendali e a livello di istituzioni è un tema sul quale speculare, tendenzialmente da cavalcare commercialmente ma sul quale impegnarsi concretamente è una fatica enorme. Ci mettiamo tantissima energia ma se non ci fossero queste 250 organizzazioni che contribuiscono fattivamente a generarlo l’evento non ci potrebbe essere. E’ anche un piccolo orgoglio che abbiamo. Questo villaggio, nella più assoluta trasparenza, mostra come si possa realizzare un evento totalmente privo di speculazione economiche, intellettuali, sociali e politiche e che invece alzi il velo su temi che coinvolgono la vita delle persone”.
Il vostro è un punto di vista privilegiato. Avete la sensazione di una maggiore consapevolezza della necessità di uno sviluppo più armonico?
“Questa sensibilità crescente si inserisce in un degrado morale che purtroppo ci attanaglia. Le condizioni di questa città sono un segnale evidente di qual è lo stato dell’arte. Però vedo che tanta gente nel silenzio, poco rumorosamente, sta costruendo una consapevolezza anche fattiva. Vedo persone che si sforzano, anche di fronte a secchioni incredibilmente sporchi, incasinati, cercano di fare la raccolta differenziata quasi che uno pensa, lo fa per dimostrare a quei quattro che li stanno guardando che vale la pena farlo. E’ imbarazzante lo scostamento tra chi fa a livello quasi stoico e chi dovrebbe e non fa”.
Concludiamo. Un’azione concreta che ognuno di noi puo fare per dare un contributo magari minuscolo alla spirale positiva di uno futuro ambientale e sociale migliore.
“Sono superconvinto che gli stili di vita possono fare la differenza, così come il risparmio energetico. Però dove veramente si va a incidere sono le scelte d’acquisto, bisogna andare su scelte d’acquisto responsabili. Quando una persona paga e l’altra vende è quello che paga che comanda e se chi inquina è quello che vende la scelta d’acquisto può fare due volte la differenza, nel mio consumo e nella sua produzione. Lì c’è un corto circuito semantico e reale, pratico e concreto che veramente raddoppia i risultati e costringe tutti a impegnarsi su questo fronte”.
Non andiamo avanti. Finiamo qui anche se ci sarebbe tanto altro. Il Concerto per la Terra il 22 e il Villaggio dal 25 al 29 aprile offrono tante occasioni per approfondire. Ci salutiamo. Usciamo, fuori dal locale e da quelli vicini ci sono molte persone che si incontrano, parlano, ci mescoliamo a loro mentre andiamo verso piazza Navona che ormai è notte. Qui Roma sembra diversa.