Meno male che si trova dall’altra parte del pianeta, ma in questi tempi di crisi, non fatevi neanche prendere dalla tentazione. A Tokyo infatti un caffè si arriva a pagare l’equivalente di 8,15 dollari, e l’affitto mensile di un trilocale farebbe invidia a un attico nel centro di Roma: 5mila dollari al mese, non trattabili.
È quanto emerge dal Worldwide Cost of Living Survey 2012 stilato dallo studio Mercer, che ogni anno realizza un ranking delle città più care del mondo per gli stranieri. E dunque la metropoli nipponica ha così detronizzato la capitale dell’Angola, Luanda, regina della classifica nel 2011. A parziale discolpa dei giapponesi c’è però da dire che la valutazione di Mercer viene fatta prendendo come città-parametro New York, tenendo dunque conto delle evoluzioni delle monete locali rispetto al dollaro. Il notevole apprezzamento dello yen rispetto al biglietto verde ha dunque sicuramente contribuito anche al terzo posto di Osaka, che prima era sesta, e all’ingresso nel top ten di Nagoya.
Viceversa, la grande incertezza dell’euro ha per così dire giovato all’immagine e all’accessibilità di molte città europee, notoriamente costose: Londra per esempio è scivolata dalla 18esima alla 25esima posizione, superata da Pechino, mentre Parigi è solo 37esima, appena davanti a Milano (che perde 13 posizioni), e a Roma che scivola dal 34esimo al 42esimo posto. La stessa New York, fra l’altro, ha perso una posizione dal 32 al 33esimo posto.
Le città europee più care risultano invece essere Mosca, Ginevra e Zurigo, rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto della graduatoria, che tiene conto dei costi per trasporti, alimentazione, alloggio, abbigliamento, intrattenimento, e delle principali spese sostenute, il tutto tarato in base ai parametri valutari ed economici di un’azienda che vuole espatriare un proprio dipendente.
Secondo questo metro di giudizio, dunque, oltre alle città giapponesi sono salite anche quelle del Nord America (poichè il dollaro si è rafforzato nei confronti di un gran numero di altre valute del mondo), mentre la presenza maggiore nella top 50 spetta al continente africano: dal secondo posto di Luanda al 50esimo di Dakar, sono ben 12 le città rappresentate. Avanza anche l’Asia, che conferma Hong Kong e Singapore nella top ten e porta al 16esimo e 17esimo posto Shanghai e Pechino. Ma il balzo maggiore, proprio in virtù di un grande apprezzamento monetario, è stato fatto da Australia e Nuova Zelanda. Sidney ora è undicesima, Melbourne quindicesima, e sono salite anche Perth (dal 30esimo al 19esimo), Canberra, Adelaide e Brisbane, tutte e sei nella top 30. Per non parlare dell’isola dei kiwi: Auckland e Wellington hanno entrambi guadagnato 62 posizioni (il salto più grande), piazzandosi rispettivamente 56esima e 74esima.
Contrastanti i risultati del Sudamerica. Le più care si confermano San Paolo e Rio de Janeiro (numero 12 e 13), ma lo sono di meno rispetto all’anno scorso, mentre al contrario Caracas è schizzata dal 51 al 29, superando Brasilia che invece è diventata molto più conveniente (appena 45esima, dal 33esimo del 2011). Il balzo in avanti più grande l’ha invece fatto la capitale dell’Argentina Buenos Aires, con l’inflazione che è salita alle stelle portando la città dalla posizione 159 alla 121.
E il posto meno caro del pianeta, per gli immigrati? E’ Karachi, la città più popolata del Pakistan (oltre 12 milioni di abitanti), che occupa la 214esima e ultima posizione fra i centri esaminati.
Leggi il sito di Mercer