È morto Fernando Botero: il celebre artista colombiano che ha sviluppato uno stile caratteristico dipingendo figure rotonde, gonfie ma sensuali, con un tocco stravagante e satirico, e che si è dedicato a sculture monumentali che hanno adornato alcuni dei viali più iconici del mondo (Champs-Élysées di Parigi, Park Avenue a New York, il Paseo de Recoletos di Madrid, parchi e piazze da Buenos Aires a Mosca fino a Tokyo). A confermare la notizia Mauricio Vallejo, co-proprietario della galleria Art of the World di Houston e amico intimo di Botero. L’artista, nato nel 1932 nella città centrale colombiana di Medellin, stava ancora dipingendo nel suo studio fino a quando non ha contratto una polmonite ed è stato ricoverato in ospedale. Botero era affetto dal morbo di Parkinson, ed è morto nella sua casa nel principato di Monaco.
Chi era Fernando Botero
Secondo di tre figli, nacque a Medellín (Colombia) il 19 aprile 1932. Da bambino rimase profondamente affascinato dall’architettura barocca e dalle illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri. Un talento precoce, già nel 1948 (quando aveva 16 anni) disegnava le illustrazioni per i supplementi de “El Colombiano”, il giornale più importante della città. E sempre a quell’anno risale la sua prima mostra.
Con il ricavato di un premio vinto quattro anni dopo, intraprende il suo primo viaggio all’estero: in Spagna, visita il Museo del Prado di Madrid, e scopre le opere non solo di Francisco Goya, ma anche di Tiziano. Poi si sposta a Parigi dove entra in contatto con l’arte d’avanguardia francese, e successivamente in Italia, nell’universo del Rinascimento di Giotto e del Mantegna, che diventano per lui fonte di grande ispirazione. Dopo tre anni, nel 1955, torna in Colombia. Ed è proprio in quegli anni che scopre le possibilità di espandere e dilatare il volume delle forme in modo personale, ma inizialmente fu una pioggia di critiche.
Allora si trasferisce in Messico, dove il suo stile viene fortemente apprezzato. Nel 1958, dopo aver scoperto l’espressionismo astratto, ottenne la cattedra di pittura all’Accademia d’arte di Bogotá e vince il primo premio al XI Salone con l’opera La camera degli sposi. Poi inaugura la Gres Gallery a Washington e vende tutte le sue opere il giorno stesso dell’inaugurazione. Nel 1961 il MoMa di New York acquista il suo Monna Lisa all’età di 12 anni. Tra i dipinti più famosi anche: Famiglia presidenziale, Rich children, Loving couple, Collector, Gatto sul tetto, Ballerino al Polo. Nel 2022 la scultura Man on Horse è stata venduta all’asta di Christie’s a New York per 4,3 milioni di dollari, un prezzo record per un’opera dell’artista.
Grande il suo amore per l’Italia, soprattutto per Pietrasanta (Lucca) scoppiato negli anni Settanta quando soggiornò a Versilia per alcuni periodi. “Mi sono innamorato di questo angolo di Toscana e di questa gente la prima volta che sono approdato qui”. Talmente conquistato dalla città da fargli anche acquistare una casa, proprio sotto la Rocca di Pietrasanta. La sua abitazione è inconfondibile, basta cercare un tetto sormontato da un gallo in bronzo con le ali protese verso l’alba.
Oltre alla pittura, si è dedicato molto anche alla scultura, con la stessa impostazione dei suoi dipinti: uno stile pienamente figurativo, caratterizzato da proporzioni alterate dei corpi umani, ma anche degli animali, che assumono un’aria corpulenta, ingenua e decisamente favolistica.
Lo scorso maggio era morta la moglie Sophia Vari, pittrice e scultrice di fama internazionale. E nel 1974 aveva perso suo figlio Pedro, a soli 4 anni, in un incidente stradale.