Siamo abituati a pensare che l’antipolitica di cui è espressione il movimento di Beppe Grillo sia il risultato della crisi dei partiti e della incapacità che gli stessi dimostrano nell’avviare i necessari processi di riforma. E’ vero, ma solo in parte, perché l’elemento caratterizzante di questo movimento va ricercato soprattutto nelle possibilità legate alle tecnologie informatiche e alla loro applicazione ai processi di comunicazione.
Naturalmente questo intreccio tra comunicazione politica e nuove tecnologie ha alle sue spalle una lunga e meritevole storia che nasce con la diffusione della carta stampata, si consolida prima con la radio, poi con la televisione e oggi con la rete. Diverse sono tuttavia le conseguenze sul sistema politico che viene di volta in volta è investito da questo tipo di innovazione.
L’uso della rete consente ad esempio una partecipazione politica leggera ma capillare, che sarebbe impensabile di poter realizzare attraverso la carta stampata e che anche la televisione non sempre è in grado di assicurare. Lanciando il messaggio accattivante della trasparenza e della consultazione permanente, la rete surroga efficacemente il disinteresse per la politica intesa come “lotta per il potere” e trasforma le questioni controverse in scelte che impongono alternative più familiari, del tipo si/ no, mi paice/non mi piace. In tal modo il blog si rivela il canale preferito, per la conoscenza e per la ricchezza di informazioni che attraverso lo stesso sé possibile riversare sul “navigatore”. A sua volta la rete alimenta e sostiene la partecipazione di chi và alla ricerca di nuove certezze, all’interno della babele di voci e opinioni che partecipano alle discussioni.
Con la Lega in crisi, oggi Grillo è diventato ad esempio il solo leader che, svelando a tutti i magheggi del ceto politico, si proponga come “portavoce” di una opinione pubblica soprattutto giovanile, che altrimenti sarebbe assente e andrebbe a ingrossare le fila già robuste dell’astensionismo elettorale. Così facendo il “grillismo” non cerca però di sostituirsi al leghismo di Bossi, ma semmai lo affianca privilegiando una target di tipo generazionale, laddove la Lega si è in passato radicata soprattutto su base territoriale. Da questa consapevolezza discendono le prime dichiarazioni che Grillo ha affidato al suo blog all’indomani delle elezioni amministrative. Il sistema dei partiti è passato dalla “rigenerazione” alla “liquefazione” e ormai non “c’è più nulla” , non cè la destra, né il pdl e neppure il centro. Della Lega e del Pd però ancora non si parla.
Tanta cautela non meraviglia e anzi si capisce. Dopo la storica conquista del primo sindaco “a 5 stelle”, a Serego provincia di Vicenza, è pensabile che le iscrizioni aumenteranno anche perché basta fare un click per aderire al movimento dove “ognuno conta uno!”, come si legge nel sito. Per gestire politicamente questo successo, Grillo non potrà tuttavia continuare a rivolgersi alla sua gente ricorrendo solo a frasi di circostanza. “Grandi, grandi, grandi”, dice oggi il leader su youtube. Ma cosa succederà alle prossime elezioni politiche? Il movimento 5 stelle si trasformerà forse da associazione in partito e magari si dividerà, come spesso accade in questi casi, tra puristi e opportunisti? E’ presto per dirlo, anche se una previsione si può certo fare sin d’ora: ne vedremo delle belle perchè, volenti o nolenti, le scelte di Grillo saranno decisive per la ridefinizione del nostro, al momento troppo fragile, sistema dei partiti.