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È il cacao la commodity più cara del 2024. E la colpa è del clima

Pixabay

Non il grano, non la soia, né tantomeno il petrolio. La materia prima che più ha visto aumentare il proprio valore in percentuale nei primi due mesi dell’anno, contando tutte le commodities e non solo quelle alimentari, è il cacao. L’ingrediente più richiesto dalle industrie dolciarie di tutto il pianeta sembra sempre più difficile da trovare, tanto è vero che a febbraio è salito del 28% alla Borsa di New York, toccando il prezzo record di 6.884 dollari a tonnellata a fine mese. Non solo: alla Borsa di Londra, dal 1° gennaio al 29 febbraio il valore del cacao è salito del 52,7%, mentre nello stesso periodo il caffè guadagnava il 9%, lo zucchero il 2,5% e alla Borsa di Chicago la soia è caduta del 12%, il mais dell’11,2% e il grano del 10%.

Il rally del cacao: ecco i motivi

Il motivo è presto detto: a causa dei cambiamenti climatici, le previsioni di raccolta per quest’anno non sono incoraggianti, soprattutto in Costa d’Avorio che è il primo produttore mondiale della materia prima che serve a produrre il richiestissimo cioccolato. Nel Paese africano in questo inizio di anno ha piovuto troppo poco rispetto alla norma e il forte vento ha danneggiato le coltivazioni: si prevede dunque di raccogliere al massimo 450 mila tonnellate di cacao, contro le 550 mila tonnellate del ciclo precedente. Le cose non vanno meglio in Ghana, secondo produttore mondiale: nel 2024 l’aspettativa è -40%, il che provocherà un deficit complessivo, a livello globale, di quasi 400 mila tonnellate rispetto alla domanda.

Gli esperti tuttavia intravedono la speranza di un’inversione di tendenza nella seconda metà dell’anno, anche se con un clima così imprevedibile è difficile fare pronostici. Di certo c’è che gli effetti del riscaldamento globale, e non da quest’anno, impattano sempre di più sul mercato delle commodities.

Ma anche il succo d’arancia…

Questa volta in prima pagina ci finisce il cacao, ma ci sono altri esempi: il succo di arancia, di cui il primo produttore mondiale è il Brasile, è salito a febbraio alla Borsa di New York del 16% anche a causa dell’anticiclone El Niño che ha sconvolto il clima del Sudamerica con siccità e caldo record, mentre il cotone sta riavvicinando la soglia del dollaro per libbra, valore che non toccava dal 2022.

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Categories: Economia e Imprese