Walmart si è resa conto che non può più fare a meno dell’e-commerce. Per questo motivo da mesi ha lanciato i “Walmart Labs“, laboratori per sviluppatori ed esperti nell’analisi dei dati, mentre a breve aprirà un nuovo ufficio in California dedicato esclusivamente alla ricerca nell’ambito del commercio elettronico.
Amazon invece è nata online e si è accorta che non può più permettersi di essere solo una “realtà virtuale”. Per questo motivo sta cercando di mettere radici nel “mondo fisico“, aprendo punti di ritiro delle merci e magazzini ipertecnologici.
In sostanza, le due aziende non faranno altro che venirsi incontro, omologandosi allo standard delle grandi multinazionali della net-economy, con una presenza online che oggi avanza di pari passo con quella fisica.
Sia Amazon che Walmart sanno che la battaglia in futuro sarà sui cosiddetti “big data” e sul “data mining“, cioè sulla collezione, gestione, elaborazione ed infine estrazione di informazioni a partire da grandi quantità di dati. Inutile dire che i social media come Facebook, Google+, Twitter ed altri avranno un ruolo importantissimo in questa battaglia poichè sono i luoghi principali dove gli utenti esprimono commenti e opinioni sui prodotti. Informazioni che gli esperti oggi analizzano in tempo reale fornendo già una base sufficiente per la profilazione degli utenti.
Amazon ha da tempo un gruppo di esperti che si interessa a questo tipo di attività e quindi si sta occupando di colmare il proprio gap dal punto di vista della distribuzione, Walmart invece sta facendo di tutto per entrare a pieno titolo nella cerchia elitaria della Silicon Valley. Solo quest’anno, tramite i suoi laboratori, ha fatto confluire nel suo progetto quattro aziende (Torbit, OneOps, Tasty Labs e Inkiru) che si occupano di analisi di dati online e di funzionalità dei siti web. Inoltre, pochi mesi fa, ha selezionato 150 dipendenti appartenenti agli ambiti strategici di Yahoo ed eBay per acquisire know-how operativo nel settore delle vendite online e dell’indicizzazione dei contenuti.
L’obiettivo per entrambe le aziende è quello di controllare lo shopping su Internet, che in futuro potrebbe significare tutto lo shopping. Per realizzarlo paradossalmente sarà importante combinare la propria presenza online con quella fisica.