Fino a poche settimane le vendite online erano considerate per i negozi un “in più”, una via per arrotondare e aumentare gli incassi derivanti dal commercio al dettaglio. Negli ultimi mesi invece l’emergenza Covid-19 ha reso l’e-commerce l’unico mezzo di sopravvivenza per cercare di frenare il crollo causato dal lockdown, ma soprattutto ha fatto emergere con prepotenza l’importanza che il web può avere anche per i piccoli negozi di vicinato.
I numeri, già da molti anni, dimostrano d’altronde come puntare sul web sia una scelta vincente per tutti e sono in molti quelli che hanno deciso di approfittarne già prima della diffusione della pandemia di coronavirus.
Nell’ultimo quinquennio, secondo i dati di Unioncamere, le imprese che vendono sul web sono cresciute di 10mila unità a fronte di un calo pari a 45mila unità dell’intero comparto del commercio al dettaglio. In questo scenario, sono gli imprenditori del Sud i più attivi. Nel Mezzogiorno infatti, forse per ovviare al divario economico esistente con il Nord, ma anche alla carenza di infrastrutture, i “negozi online” hanno registrato un rialzo significativo. Guardando ai dati infatti, la Lombardia, con 4.406 negozi, rimane la prima realtà italiana per numero di imprese che vendono su internet, ma tra il 2015 e il 2020 sono state Campania e Basilicata a posizionarsi in vetta alla classifica per ritmo di crescita rispetto al resto dell’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo). “Un segno del cambiamento delle abitudini di consumo che, soprattutto in epoca di coronavirus, permette agli imprenditori che commerciano sulla “rete” di potere contare su una marcia in più”, commenta Unioncamere in una nota.
Il report confronta l’andamento del segmento delle vendite web con l’intero mondo del commercio negli ultimi cinque anni. I risultati sono chiari: tra il 2015 e il 2020 le imprese della vendita al dettaglio attraverso internet sono aumentate di 9.840 unità, pari ad una crescita media del 14,5% all’anno, portando a quota 23.386 il numero complessivo degli “shop” online. Nello stesso periodo, invece, l’insieme del settore del commercio al dettaglio ha perso 44.751 imprese, pari ad una riduzione media annua dell’1% nel quinquennio (passando da 866.291 a 821.540 unità).
Dal punto di vista regionale, primeggia la Lombardia (+1.845 imprese online) seguita da Campania (+1.725) e Lazio (+1.150), mentre in termini relativi quelle che sono cresciute a ritmo medio annuo più sostenuto sono state oltre alla Campania e Basilicata, rincorse da Calabria (+22,6%) e Sicilia (+16,8%).
Per quanto riguarda la forma giuridica, sono le società di capitali a registrare un’impennata essendo più che raddoppiate in 5 anni. In aumento considerevole, anche se meno marcato, le ditte individuali che, nello stesso periodo, hanno totalizzato una crescita del 61,4%.