La Juventus aggancia il quarto posto. Momentaneamente, d’accordo, nel senso che è bene chiarire subito come l’Atalanta abbia due partite in meno, ma siccome una è contro l’Inter schiacciasassi di Inzaghi ecco che la Signora può iniziare a fare i conti. Il successo sull’Udinese, del resto, è l’ottavo risultato utile consecutivo in campionato, a dimostrazione di una crescita complessiva nel gioco e, soprattutto, nella mentalità. Allegri, a inizio dicembre, era stato chiaro nel ribadire a gran voce come i campionati passino anzitutto dalle sfide con le medio-piccole, vero tallone d’Achille del girone d’andata e i suoi, a giudicare dai risultati, lo hanno ascoltato.
Pareggio di Venezia a parte, la Juve è tornata a far valere le gerarchie e se a questo aggiungiamo punti pesanti come quelli di Roma, ecco spiegati i 41 punti in classifica, a + 6 sulla Lazio sesta. Con l’Udinese, dopo le follie dell’Olimpico, è tornato in voga il Corto-Muso, tanto caro al tecnico bianconero: il 2-0 finale con un gol per tempo è esattamente ciò che piace a lui, che dopo il 4-3 di domenica scorsa e la Supercoppa persa all’ultimo secondo aveva bisogno di una serata tranquilla.
I friulani, in questo senso, hanno fatto la loro parte, perché se è vero che hanno comunque creato qualche problema a Szczesny, lo è anche che hanno difeso maluccio, permettendo alla Juve di sbloccare il match già al 19’. Protagonista proprio l’uomo più atteso, ovvero quel Dybala tanto discusso in settimana, dopo le voci di mercato che lo vedrebbero ormai lontano da Torino, addirittura per accasarsi all’Inter: la smentita a parole non è arrivata, in compenso però la Joya ha segnato il gol dell’1-0 con un piattone sotto la traversa, anche se la mancata esultanza conferma la sintonia sempre più scarsa con l’ambiente.
“Ci sono state tante notizie e sono successe tante cose, preferisco non parlarne – ha glissato l’argentino davanti ai microfoni – La società ha deciso che se ne parlerà tra febbraio e marzo, ma io non ho nulla da dimostrare a nessuno, sono a disposizione del mister e aspetto…”.
Nella ripresa l’Udinese, complici diversi errori nel fraseggio bianconero, ha messo la testa davanti e non ha colpito solo per mancanza di lucidità negli ultimi 25 metri, ma questa Juventus sta imparando a soffrire e, soprattutto, a colpire nel momento giusto. Al 79’ De Sciglio ha messo in mezzo un pallone invitante dalla sinistra e McKennie ha trovato il 2-0 di testa, chiudendo di fatto ogni velleità friulana e regalando ad Allegri 3 punti pesantissimi.
“Rispetto alla partita di mercoledì, dove abbiamo tenuto per 120 minuti sia mentalmente che tecnicamente, nel secondo tempo c’è stato un momento in cui siamo usciti dalla partita e questo non va bene – l’analisi del tecnico – In queste situazioni, senza i tifosi, è più difficile, ma bisogna aiutarsi e stimolarsi all’interno del campo. Abbiamo rischiato in 2-3 situazioni, poi abbiamo ripreso la partita in mano, ma non sono molto contento”.
Le altre vittorie del sabato sono quelle di Lazio e Torino, entrambe in trasferta contro Salernitana e Sampdoria. La zona Europa si arricchisce così di una partecipante, perché i granata di Juric, a questo punto, non possono più essere sottovalutati. I biancocelesti invece erano già in lizza da tempo, ma i continui alti e bassi avevano un po’ annacquato le loro ambizioni. Ieri, nel personalissimo derby di Lotito (fino a poco tempo fa possedeva tutti e due i club), la squadra di Sarri ha vinto senza alcun problema, un po’ per la grande vena di Immobile (doppietta al 7’ e al 10’) e Milinkovic-Savic, molto per i limiti della Salernitana, acuiti dai 3 nuovi positivi al Covid, che hanno reso il tutto perfino troppo facile. Il 3-0 finale lo ha firmato Lazzari (66’), mettendo il punto esclamativo sul successo laziale e costringendo Iervolino, neo-patron granata, a ingoiare un boccone amaro nel giorno del suo debutto.
“Stiamo facendo dei passi in avanti, nelle ultime cinque partite abbiamo fatto 10 punti e perso solo contro l’Inter – il commento di Sarri – Stiamo trovando un minimo di continuità, ma in questo momento il bollettino Covid è uno spauracchio per tutti perché devi rifare ciò che prepari. Il mercato? Sto studiando l’indice di liquidità, solo continuo a non capire perché ci sono società indebitate che possono spendere più di noi…”.
Oggi tutti sul divano a vedere le concorrenti, in particolare l’Atalanta: la corsa all’Europa, del resto, passa proprio da lei.