Partenza lenta della settimana finanziaria sulle piazze asiatiche. L’indice Nikkei a Tokyo è in lieve calo (-0,05%), Hong Kong arretra dello 0,4%.
“La ripresa c’è, ma più debole del previsto”. Così Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, che ha anticipato che le stime sull’economia per il 2014 saranno riviste al ribasso per l’anno in corso rispetto alla previsione di aprile (+3,4%). Recupera velocità però la Cina che potrebbe chiudere l’anno a +7,5%.
Wall Street, dopo il lungo week end, riapre i battenti con l’obiettivo di confermare i freschi record: Dow Jones oltre quota 17 mila punti ( 17.086 +1,3% in settimana), Standard & Poor’s ad un passo da quota 2 mila (1985 con un rialzo dell’1,3%).
L’occasione per il balzo in avanti sarà offerta dalla campagna delle trimestrali. Si comincia mercoledì 8, con i conti (come da tradizione) di Alcoa: il consensus di Bloomberg prevede una crescita media dei profitti dello S&P 500 del 5%, a fronte di un aumento dei fatturati nell’ordine del 3%,
L’Europa riparte dopo lo scivolone di venerdì che ha ridimensionato i guadagni della settimana. L’indice Stoxx 600 chiude comunque in rialzo dell’1,8%, il rapporto p/u sale a 15,7 volte, ai massimi dal 2009.
A Piazza Affari in cinque sedute l’indice ha guadagnato l’1,1%, interrompendo una serie di tre settimane consecutive di ribasso. Dall’inizio dell’anno il listino milanese segna un rialzo del 13,6%.
Lo spread tra Btp e Bund riparte da 156 punti base, sui minimi da due settimane e il rendimento del decennale domestico si è assestato al 2,82% continuando a beneficiare del sentiment favorevole sui bond della Periferia dopo i dettagli tecnici sulle operazioni di rifinanziamento mirato a lungo termine (Tltro) annunciate ieri dall’Eurotower.
BOT E BTP, DUE ASTE IN SETTIMANA. E DUE IPO IN BORSA
Oggi il Tesoro comunicherà le caratteristiche dell’offerta di Bot all’asta giovedì 10 luglio. Venerdì andranno all’asta i Btp a medio lungo termine. Le modalità saranno annunciate domani.
In vista dell’Ecofin di domani, il dato più importante di giornata riguarda la produzione industriale tedesca. Mercoledì saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed. Giovedì è prevista la pubblicazione del bollettino della Bce. Mario Draghi terrà una lectio magistralis a Londra in nome di Tomaso Padoa Schioppa.
A Piazza Affari prende il via stamane l’offerta pubblica di acquista di Vodafone Group su Cobra Automotive a un prezzo di 1,49 euro per azione. Continua l’aumento di capitale di As Roma, Class Editori e Frendy Energy. Vanno avanti l’Ipo di Rottapharm (termine il 10 luglio) e Sisal (14 luglio). Staccano il dividendo Engineering (0,6563 euro e Trevi Finanziaria (0,13 euro).
TELEFONICA, ASSE CON FININVEST ANCHE PER PREMIUM
Sotto i riflettori stamane in piazza Affari Mediaset, dopo la firma del sospirato accordo con Telefonica su Digital+. Il colosso spagnolo delle tlc pagherà al Biscione 295 milioni per il 22% della piattaforma. La compagnia spagnola, inoltre, pagherà a Mediaset 30 milioni di euro per il mancato esercizio da parte della società italiana del diritto di prelazione sulla quota in mano a Prisa. A queste cifre andranno aggiunti altri 30 milioni nel caso nei prossimi quattro anni gli abbonati alla piattaforma salgano sopra un certo tetto. Se si tiene conto di altre collaborazioni tra Mediaset Espana e Telefonica l’importo finale della transazione potrebbe anche aumentare fino a circa 390 milioni.
Pier Silvio Berlusconi ha intanto confermato che la società spagnola entrerà anche in Premium, vanificando il pressing di Al Jazeera. Telefonica, insomma, sembra più interessata in Italia alla produzione di contenuti per alimentare la sua rete braodband che non al business delle tlc.
Sale comunque anche l’ attenzione per Telecom Italia, dopo i brividi di venerdì (-1,5% dopo un minimo di -4 ,7%) dopo l’indiscrezione rilanciata da Bloomberg per cui il governo Renzi ha allo studio la possibilità di estendere il golden power anche alle partecipate estere del gruppo, ponendo così il veto ad un’eventuale cessione di Tim Brasil (-0,9% venerdì dopo un minimo a -4,1%).
BANCHE, AUMENTI ALLE SPALLE
Dimenticare Budapest. Venerdì sul comparto bancario europeo è piovuta la doccia fredda del crollo di Erste Group Bank AG, che ha lasciato sul terreno il 16% a Vienna dopo aver annunciato una perdita intorno agli 1,6 miliardi di euro per effetto delle svalutazioni degli impieghi in Ungheria e Romania. La notizia ha avuto un effetto devastante sulle due principali banche italiane: Unicredit -3,2% e Intesa Sanpaolo -3%, fortemente presenti nell’Est Europa.
Luglio ricco di appuntamenti per Mediobanca (-1,67% venerdì). il 16 si terrà un nuovo cda dell’istituto che tornerà a riunirsi il giorno dopo, il 17 luglio, per esaminare il pre-consuntivo dell’esercizio concluso a fine giugno e il budget dell’anno fiscale appena iniziato. Nel frattempo Vincent Bolloré ha aumentato di 0,46% la quota nel capitale della banca e apportata al patto di sindacato, salendo quindi dal 6% al 6,46%, come emerge dall’aggiornamento dell’accordo parasociale reso noto oggi. Il finanziere bretone ha la facoltà di salire fino all’8% del capitale di Mediobanca. Attualmente è già il secondo azionista dell’istituto dietro a Unicredit che ha l’8,66%.
L’aumento di capitale da 800 milioni di euro di Carige si è chiuso venerdì con sottoscrizioni pari al 99,9% delle nuove azioni offerte per un ammontare complessivo di 798,2 milioni. Ora la Fondazione Carige potrebbe anche cedere un’ulteriore quota dell’istituto ligure e scendere fino al 12% dall’attuale 19%.
La Banca Popolare di Sondrio ha invece chiuso con successo l’offerta di nuove azioni per 342,44 milioni (sottoscritto il 99,76%). In questo modo si è quasi chiusa la stagione degli aumenti di capitale del sistema bancario. All’appello, tra i titoli quotati, manca solo la conclusione dell’operazione Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (750 milioni). In tutto sono stati raccolti quasi 11 miliardi di euro.
ENEL ED ENI, IL TESORO FA CASSA
Dopo il varo non esaltante di Fincantieri ed il rinvio della quotazione delle Poste Italiane, il Tesoro è pronto a giocare l’ultima carta per salvaguardare l’obiettivo enunciato dal ministro Pier Carlo Padoan:privatizzare asset pari allo 0,7% del Pil per i prossimi tre anni. La strada più percorribile riguarda la cessione di quote in Enel, dall’attuale 31,24 al 25,1% ed il 4,34% di Eni (il 25,76% è controllato indirettamente attraverso la Cassa Depositi e Prestiti), operazioni da cui si potrebbero ricavare alle quotazioni attuali 5,4 miliardi. Il programma per il 2014 si completa con il passaggio della quota di Stm al Fondo Strategico Italiano (Cdp) e il collocamento di una quota di Cdp Reti.
ITALCEMENTI SI CANDIDA AL FTSE/MIB
“Grazie all’aumento di capitale e alla semplificazione Italcementi potrebbe entrare nell’indice Ftse Mib”. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Italcementi Carlo Pesenti, a commento dello squeeze out (cioè il diritto di acquisto dei titoli rimanenti) di Ciments Français, operazione che si chiuderà il prossimo 15 luglio al prezzo di 79,5 euro, lo stesso pagato per l’offerta. Il periodo di validità dell’Opa sulle azioni della controllata francese è terminato venerdì e la società bergamasca è salita al 97,73% del capitale e al 98,65% dei diritti di voto della società.
Pesenti ha anche aggiunto che non è escluso un aumento del dividendo per gli azionisti. Banca Akros ha mantenuto la raccomandazione hold sul titolo, prezzo obiettivo a 7,7 euro. Mediobanca Securities ha ricordato che l’integrazione tra le due società avrà un impatto limitato in termini sinergie, stimato attorno a 5-10 milioni di euro. La banca d’affari non ha un rating sull’azione poiché ha agito in qualità di advisor finanziario dell’operazione e come garante dell’aumento di capitale, mentre Equita ha mantenuto invariato il giudizio hold e il prezzo obiettivo a 7,3 euro.