A 24 ore dall’inizio della cruciale riunione del Consiglio europeo, in programma per il 25 e 26 marzo, il Premier Mario Draghi si presenta in Parlamento per parlare di vaccini e Covid, ma anche di riaperture, di politica industriale e mercato unico.
Il Presidente del Consiglio ha aperto il suo discorso al Senato esprimendo soddisfazione per la partecipazione a distanza del presidente Usa, Joe Biden “a un segmento del Consiglio”, presenza che “conferma la volontà di imprimere un forte slancio alle relazioni con l’Ue”, ha detto il premier.
VACCINI
Draghi è poi passato al tema più caldo: la campagna vaccinale italiana. Il Premier ha voluto lanciare “un messaggio di fiducia agli italiani”. “A un anno di distanza dobbiamo fare tutto il possibile per la soluzione della crisi. Sappiamo come farlo, abbiamo 4 vaccini sicuri e efficaci, ad aprile arriverà anche Johnson & Johnson. L’obiettivo è vaccinare quante più persone possibile nel più breve tempo possibile”, ha affermato, rassicurando sul fatto che il Governo è all’opera per “compensare il ritardo di questi mesi. L’accelerazione della campagna vaccinale è già visibile nei dati. Nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno“.
Il Premier ha poi parlato del divario tra Regioni sulle somministrazioni. Differenze che “sono difficili da accettare. Le Regioni seguano le priorità del piano nazionale”, soprattutto in riferimento alla protezione degli anziani. “Ora è importante procedere spediti, più importante vaccinare fragili e anziani. Sono consapevole che solo con la sincera collaborazione tra Stato e Regioni in nome dell’unità d’Italia il successo sarà pieno”.
Le parole di Draghi sono state anticipate da quelle del numero uno della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, che in un’intervista al Corriere ha parlato della necessità di instaurare un maggiore coordinamento con le regioni”, definendo la road map delle vaccinazioni: “ora che si finirà di vaccinare gli ultra ottantenni, le categorie fragili, i docenti, le forze armate, di polizia e di protezione civile bisogna tornare alle fasce di età. L’unico criterio deve essere questo”.
RIAPERTURE
Mentre la campagna di vaccinazione procede – ha proseguito Draghi – è bene iniziare a pianificare le riaperture. Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma insomma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse”, ha aggiunto.
EUROPA
Draghi è poi passato ai temi europei, spiegando che “La pandemia rende evidente l’opportunità di investire sulla capacità produttiva di vaccini in Europa. Si parla molto di autonomia strategica, in riferimento alla sicurezza e al mercato unico, ma la prima autonomia strategica è quella dei vaccini, oggi”. E sulla possibilità di prevedere un passaporto vaccinale per la libera circolazione dei vaccinati, il premier ha riconosciuto che si tratta di un “progetto complesso”, rimarcando che “la libertà di movimento” deve andare “di pari passo con la tutela della salute”.
Sulle polemiche attualmente in corso in Europa relative ai ritardi sulle consegne da parte delle case farmaceutiche, il Presidente del Consiglio ha detto: “In sede europea, dobbiamo chiedere alle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni, in sede europea. L’Unione Europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento Ue per l’esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio. Questo regolamento fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell’Ue, in particolare verso Paesi che non versano in condizioni di vulnerabilità, e riteniamo e lo abbiamo dimostrato va applicato quando necessario”.
“Finora Covax ha assicurato quasi 30 milioni di dosi, il nostro auspicio è rendere sempre più efficace questo meccanismo”, ha continuato il premier. “Sulla campagna vaccinale è necessario rafforzare la credibilità dell’Ue“.
DIGITALIZZAZIONE E MERCATO UNICO
Il processo di digitalizzazione in Ue “non sarà facile. In Italia il programma Next Generation Ue offre un’enorme possibilità, il 20% dei fondi riguarda proprio la trasformazione digitale, ma lo sviluppo di questi settori non può prescindere dall’equa distribuzione dei proventi. Riteniamo che il Consiglio Ue debba procedere ad una soluzione globale su una tassazione digitale entro la metà del 2021 e credo sia possibile grazie all’apporto degli Usa con la nuova amministrazione che in passato mostrava una completa chiusura sull’ipotesi di una tassa digitale”, La presidenza italiana del G20 è “l’occasione migliore per farlo”.
Infine, sul mercato unico, Draghi ha ricordato come nel corso della sua intera carriera ne abbia rimarcato l’importanza, perché difendere il mercato unico “significa difendere le aziende italiane”.